Torna all'elenco delle versioni
Religiosità e forza d’animo dei Romani dopo la sconfitta di Canne Quanto
fu più rispettoso (dei Cartaginesi) il senato della nostra città verso
gli dei! Egli infatti dopo la disfatta di Canne, decretò che le matrone
non prolungassero il loro lutto (lett.: i loro lutti) oltre il trentesimo
giorno, perché potessero essere celebrati da loro i sacri riti (in onore)
di Cerere, dal momento che, giacendo quasi la maggior parte delle forze
romane (morta) su un suolo maledetto e nemico, nessuna casa era priva di
lutto (lett.: le case erano prive di nessun lutto). E così le madri, le
figlie, le spose e le sorelle di (quegli uomini) uccisi da poco, asciugate
le lacrime, deposti i segni del dolore, furono costrette ad indossare la
veste bianca e ad offrire incenso agli altari. Certamente da questa
perseveranza nell’osservare il culto, fu suscitata nei Celesti una
grande vergogna di infierire ulteriormente (lett.: la grande vergogna di
un ulteriore infierire) contro una popolazione tale che non potè essere
distolta dal proprio culto nemmeno dall’acerbità delle offese.
Copyright: traduzione di proprietà del sito www.studentimiei.it. Diritti riservati. |