Temistocle convince gli Ateniesi ad abbandonare Atene
Allora Temistocle, non riuscendo a convincere il popolo con gli
argomenti umani, montata una messinscena
come (si fa) in una tragedia, presentò loro dei prodigi divini,
assumendo come prodigio anzitutto quello del serpente, che pare fosse
scomparso in quei giorni dal recinto sacro, e i sacerdoti, trovando
intatte le offerte a lui quotidianamente consacrate, (lo) riferirono
alla gente, mentre Temistocle dava loro da credere la storia che la dèa
(Atena) avesse abbandonato la città guidandoli verso il mare; e una
seconda volta convinse il popolo con un responso oracolare, dicendo che
le "mura di legno"
altro non indicavano che le navi: appunto perciò il dio chiamava
Salamina "divina", non "terribile" né "sventurata", perché era destinata
a diventare per i Greci sinonimo di grande fortuna. E quand’ebbe avuto
la meglio con la (sua) opinione, fece votare un decreto, (che diceva)
che la città veniva affidata ad Atena, la patrona degli Ateniesi, e che
tutti coloro che erano in età (da combattimento) s’imbarcassero sulle
triremi, e ponessero in salvo i bambini, le donne e gli schiavi ciascuno
secondo le sue possibilità
(lett.: come ciascuno poteva). Soluzione dell'esercizio:
·
ὡς…
ἐσομένην:
classico
ὡς
+
participio con valore di causale soggettiva; in più, il participio
futuro indica in questo caso la destinazione dell’azione (cfr. la
perifrastica attiva
latina);
·
ἄν +
congiuntivo indica eventualità.
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