La notte insonne prima della presa di Corfinio-
Cesare
Conosciuti
questi fatti, Cesare, sebbene pensasse che fosse molto importante
impadronirsi al più presto della città e trasferire le coorti da lui
nell’accampamento, tuttavia, temendo che la città venisse saccheggiata
per l’ingresso dei soldati e per l’indisciplina della notte, colma di
lodi quelli che erano venuti e li rimanda in città e ordina di custodire
le porte e le mura. Egli stesso in quelle fortificazione che aveva
stabilito di fare, dispone i soldati con sentinelle e posti di guardia
continui per colmare tutta la difesa.
Manda intorno i tribuni militari e i
prefetti e li esorta non solo a guardarsi dalle sortite, ma anche a
tenere d’occhio le uscite clandestine dei singoli uomini. E in verità
nessuno tra tutti quella notte fu di animo così trascurato e pigro da
poter dormire. L’attesa dell’evento decisivo era tanto grande che le
menti e gli animi di tutti erano trascinati in direzioni opposte
(pensando) che cosa potesse capitare agli abitanti stessi di Corfinio,
che cosa a Domizio, che cosa a Lentulo, che cosa agli altri, quali
eventi potessero capitare a ciascuno (di loro).
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