Giugurta sconfitto ottiene l'aiuto del
suocero Bocco - Sallustio
Ma Giugurta, dopo che aveva perso la città di Capsa e altri luoghi
fortificati e nello stesso tempo a lui utili e molto denaro, mandò
(lett.: manda) dei messaggeri a Bocco: conducesse il prima possibile
truppe in Numidia; era il momento di combattere (1). E quando venne a
sapere che quello temporeggiava e incerto esaminava i vantaggi della
guerra e della pace, di nuovo come prima corruppe con doni i suoi intimi
e promise (lett.: promette) al Mauro stesso la terza parte della Numidia,
se o i Romani fossero stati cacciati dall’Africa o la guerra fosse stata
conclusa, rimanendo intatti i (suoi) territori (oppure: rimanendo
invariati i confini). Allettato da quella ricompensa, Bocco si unì
(lett.: unisce) a Giugurta con un grande esercito. Unito così l’esercito
di entrambi, attaccano Mario che stava già partendo per l’accampamento
invernale, quando restava appena la decima parte del giorno, pensando
che la notte, che già era vicina, sarebbe stata per loro di difesa se
fossero stati sconfitti e di nessun impedimento se avessero vinto,
poiché erano esperti dei luoghi, al contrario per i Romani entrambe le
situazioni sarebbero state più difficili nelle tenebre.
1) Breve oratio
obliqua
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