Gli Edui boicottano Cesare- Cesare

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Cesare intanto chiedeva insistentemente ogni giorno agli Edui il frumento che avevano promesso pubblicamente. Infatti per i freddi – poiché la Gallia, come è stato detto prima, è posta a settentrione – non solo il grano non era maturo nei campi, ma non c’era abbondanza sufficientemente grande neppure di foraggio. Non riusciva poi a servirsi di quel frumento che aveva fatto trasportare con le navi sul fiume Arar, per il fatto che gli Elvezi, dai quali non voleva distanziarsi, si erano allontanati (lett.: avevano allontanato il cammino) dall’Arar. Gli Edui rimandavano da un giorno all’altro (lett.: tiravano giorno da giorno): dicevano che veniva raccolto, che era trasportato, che era (già) lì. Quando (Cesare) capì che veniva tirato troppo in lungo e che era imminente il giorno in cui (lett.: nel qual giorno) bisognava distribuire il frumento ai soldati, convocati i loro (= degli Edui) capi, dei quali aveva un gran numero nell’accampamento, tra questi Diviziaco e Lisco che era a capo della carica più alta, che gli Edui chiamano vergòbreto che ha la durata di un anno (lett.: che viene creata annua) ed ha potere di vita e di morte sui suoi (cittadini), li accusa gravemente del fatto che, non potendosi comprare né prendere dai campi (il frumento), in un momento tanto critico ed essendo i nemici tanto vicini, non era (lett.: è) aiutato da loro, specialmente perché aveva (lett.: ha) intrapreso la guerra spinto in gran parte dalle loro preghiere. Si lamenta anche molto più pesantemente di essere stato abbandonato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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