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 Ablativo strumentale-sociativo

 

a) Ablativo di mezzo o strumento;

b) Costruzione di utor, fruor, fungor, vescor, potior;

c) Costruzione di dignus e indignus;

d) Ablativo di abbondanza;

e) Ablativo di prezzo e pena;

f)  Ablativo di misura e quantità;

g) Ablativo di limitazione;

hAblativo di compagnia e unione;

i)  Ablativo di modo o maniera;

l)  Ablativo di causa;

m)  Ablativo di qualità.

Indica sostanzialmente il mezzo con cui si compie l’azione espressa dal verbo e la persona o cosa cui si è uniti, nonché la circostanza concomitante. Rientrano in queste funzioni:

a) Ablativo di mezzo o strumento

Indica ciò di cui ci si serve per compiere un’azione. Se è espresso da una cosa o da un animale, si usa l’ablativo semplice; se è espresso da una persona, si usa per + accusativo oppure il genitivo retto dagli ablativi auxilio, beneficio, opera:

Es.:

Rem familiarem pater meus diligentia et parsimonia auxit = Mio padre aumentò il patrimonio familiare con un attento risparmio (lett.: con la diligenza e la parsimonia);

Consules certiores fecerunt patres per legatos = I consoli informarono i senatori per mezzo di ambasciatori;

Nostri incolumes cum magna praeda eodem ponte1 in castra revertuntur = I nostri attraverso lo stesso ponte ritornano incolumi nell’accampamento con grande bottino.

 

(1) eodem ponte, complemento di moto per luogo, viene espresso con l’ablativo in quanto indica un passaggio obbligato, ossia l’unica possibilità e quindi l’unico mezzo che i soldati avevano per tornate all’accampamento. Vedi le particolarità dei complementi di luogo.

Nota bene:

tra i numerosi verbi che reggono l’ablativo strumentale come vestio, tego, induo, ecc. = copro, vesto di; orno, exorno, ecc. = orno di; assuesco = mi abituo a; ludo (pila) = gioco (a palla); cano (fidibus) = suono (il flauto) ecc. e per i quali ti invitiamo a consultare sempre con attenzione il vocabolario, ricordiamo in particolare, perché di uso piuttosto comune:

  • afficio, is, affeci, affectum, afficere, il cui significato generico "far provare qualcosa a qualcuno" viene specificato di volta in volta dal sostantivo in ablativo che lo accompagna;

  • dono, as avi, atum, are = donare, che ammette due costruzioni: donare aliquem aliqua re (= omaggiare qualcuno con qualcosa) e donare aliquid alicui (= donare qualcosa a qualcuno);

  • circumdo, as, dedi, datum, are = circondare, che ammette due costruzioni: circumdare aliquid aliqua re (= circondo qualcosa con qualche altra cosa) e circumdare aliquid alicui rei (= mettere qualcosa intorno a qualche altra cosa).

Es.:

Magistri discipulos diligentes praemio affecerunt = I maestri premiarono gli allievi diligenti;

Romani Cloeliam novo genere honoris, statua equestri, donaverunt = I Romani donarono a Clelia un nuovo genere di onore, una statua equestre.


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b) Costruzione di utor, fruor, fungor, vescor, potior

 

utor, uteris, usus sum, uti = uso, mi servo di

fruor, frueris, fruitus e fructus sum, frui = fruisco di, godo di

fungor, fungeris, functus sum, fungi = adempio, eseguo 

vescor, vesceris, vesci = mi cibo di, mi nutro di

potior, potiris, potitus sum, potiri = mi impadronisco di, occupo, prendo

Questi cinque verbi e i loro eventuali composti, reggono in latino l’ablativo strumentale a differenza dei corrispondenti verbi italiani che possono anche reggere il complemento oggetto:

Es.:

Functus est omni civium munere = Adempì tutti i doveri di cittadino;

Scythae lacte et melle vescuntur = Gli Sciti si cibano di latte e di miele

Nota bene:

  • utor può avere il doppio ablativo, uno con funzione strumentale, l’altro con funzione predicativa; può essere accompagnato da un avverbio e in tal caso assume il significato di "avere rapporti di".

Es.:

Usi sunt Mario duce = Si servirono di Mario come guida;

Mario familiariter utimur = Abbiamo rapporti di amicizia con Mario.

  • potior regge il genitivo nell’espressione potiri rerum = impadronirsi del potere.

  • tutti i suddetti verbi nella coniugazione perifrastica passiva assumono costruzione impersonale.

Es.:

Nobis recte utendum est divitiis = Dobbiamo servirci bene delle ricchezze.

 

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c) Costruzione di dignus e indignus

 

Gli aggettivi dignus (= degno, meritevole) e indignus (= indegno) reggono l’ablativo strumentale della cosa di cui si è degni o indegni; se sono seguiti da un verbo (es.: degno di essere lodato; degno di fare il comandante), questo si esprime mediante una proposizione relativa con il congiuntivo caratterizzante secondo le norme della consecutio temporum:

Es.:

Dignus sum laude = Sono degno di lode;

Indignus est qui laudetur a te = È indegno di essere lodato da te (= è indegno il quale sia lodato da te).


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d) Ablativo di abbondanza

 

Rientra nella funzione strumentale l’ablativo retto da verbi e aggettivi che indicano abbondanza quali: abundo, redundo, affluo = abbondo: compleo, expleo, impleo = riempio; cumulo = colmo; augeo = accresco; obruo = copro, ecc.; onustus = carico; opulentus, opimus = ricco; abundans, fecundus = abbondante, ecc.:

Es.:

Implevit mero pateram = Riempì una coppa di vino;

Milites onusti praeda in castra redierunt = I soldati ritornarono nell’accampamento carichi di bottino.

Nota bene:

alcuni aggettivi indicanti abbondanza si costruiscono anche in altri modi: plenus preferisce il genitivo; refertus si costruisce con il genitivo della persona (es.: refertus amicorum = pieno di amici) e con l’ablativo della cosa (es.: refertus divitiis = carico di denaro).


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e) Ablativo di prezzo e pena

 

Rientra anch'esso nella funzione strumentale in quanto indica il mezzo con cui si paga o si sconta qualcosa. Il complemento di prezzo e il complemento di pena possono essere espressi sia mediante l’ablativo sia mediante il genitivo: pertanto confronta in proposito il genitivo 3b e il genitivo 3c.

 

 

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f) Ablativo di misura e quantità

 

Indica il metro con cui si valuta o si misura qualcosa e di quanto una cosa si differenzia da un’altra. Si trova:

a)

con verbi come iudico = giudico; aestimo = stimo; metior = misuro, ecc.

Es.:

Benevolentiam non ardore amoris sed stabilitate iudicemus = Giudichiamo il voler bene non in base all’ardore dell’amore, ma in base alla stabilità.

b)

con i comparativi e con gli avverbi e le preposizioni che contengono idea di paragone (ante, post, supra, ultra, citra, ecc.). La misura è espressa mediante gli avverbi in ablativo multo, paulo, tanto, quanto, eo, quo, nihilo, dimidio, ecc.

Es.:

Hibernia dimidio minor quam Britannia est = L’Irlanda è di metà più piccola della Britannia.

c)

con i verbi di eccellenza supero, antecello, praesto, antecedo, ecc., per indicare di quanto una persona o cosa è superiore ad un’altra. Anche in questo caso la misura è espressa mediante gli avverbi in ablativo multo, paulo, ecc.

Es.:

Diogenes disputare solebat quanto regem Persarum superaret = Diogene era solito discutere di quanto egli fosse superiore al re dei Persiani.

Nota bene:

ricorda le espressioni correlative del tipo:

quo fortiores sunt homines, eo (oppure hoc) meliores sunt = Quanto più gli uomini sono forti, tanto più sono buoni;

quo quisque fortior est, eo est melior = ut quisque est fortissimus, ita est optimus = quanto più uno è forte, tanto più è buono.

 

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g) Ablativo di limitazione

 

Circoscrive il limite entro il quale si definisce un concetto espresso da un verbo, da un nome o da un aggettivo. Esso può indicare l’ambito in cui uno è superiore o inferiore ad un altro, in cui si distingue da un altro o semplicemente di che nazionalità, lingua, costumi, ecc. egli sia.

Es.:

Cicero omnes oratores eloquentia superavit = Cicerone superò tutti gli oratori in eloquenza;

Graecus natione sum = Sono greco di nazionalità;

Sunt homines non re, sed nomine = Sono uomini non di fatto ma di nome;

Mea sententia innocens est = A mio parere è innocente.

 

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h) Ablativo di compagnia e unione

 

Esprime un rapporto sociativo, sia di amicizia sia di ostilità, ed è accompagnato dalla preposizione cum (= con), tanto se si tratta di persona (= complemento di compagnia), quanto se si tratta di cosa (= complemento di unione).

Es.:

Marius Romam cum nostro fratre ivit = Mario è andato a Roma con nostro fratello;

Veni mecum = Vieni con me.

Nota bene:

1)

il cum può talvolta essere rafforzato con una in tal caso corrisponde a "insieme con, insieme a".

Es.:

Una cum legatis venit = Giunse insieme agli ambasciatori.

2)

il cum può essere omesso con nomi che indicano forze militari, come exercitus, manus (= schiera), agmen, copiae, comitatus (= accompagnamento, seguito), ecc., accompagnati da un genitivo o da un aggettivo non numerale.

Es.:

Hostes ingenti exercitu impetum fecerunt = I nemici fecero impeto con un grande esercito.

3)

reggono cum + ablativo verbi quali iungo, coniungo, misceo (= unisco, congiungo, mescolo); pugno, contendo, bellum gero (= combatto, faccio guerra); loquor, disputo (= parlo, discuto); congruo, consentio, convenio (= accordarsi, convenire); dissentio, discrepo, differo (= sono in disaccordo); ecc. Per i verbi che indicano discordanza vedi anche ablativo 1a:

Es.:

Magno animo cum hostibus pugnaverunt = Combatterono contro i nemici con grande coraggio.

 

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i)  Ablativo di modo o maniera

 

Indica il modo in cui si compie un’azione e si trova in ablativo:

a)

con cum se è espresso con un semplice sostantivo;

Es.:

Laetum nuntium cum gaudio accepimus = Accogliemmo la lieta notizia con gioia.

b)

senza cum o con cum interposto se è espresso con un sostantivo accompagnato da aggettivo;

Es.:

Laetum nuntium magno (cum) gaudio accepimus = Accogliemmo la lieta notizia con grande gioia.

c)

senza cum se è espresso con sostantivi che di per sé implicano idea di modo o norma o che sono accompagnati dall’aggettivo nullus, a, um, come hoc (eo, illo, nullo, ecc.) modo, hoc pacto = in questo (quello, nessun, ecc.) modo; hac ratione = in questa maniera; hoc consilio, hac mente = con questo proposito, con questa intenzione; nulla disciplina = senza alcuna disciplina; nullo labore = senza alcuna fatica, ecc.;

Es.:

Qui hac ratione philosophantur nihil habent quod sequantur = Quelli che ragionano in questo modo non hanno nulla da seguire.

d)

senza cum con locuzioni di tipo quasi avverbiale come agmine = in colonna; casu = per caso; cursu = diu corsa; dolo, fraude = con inganno; iniuria = a torto; ioco = per scherzo; silentio = in silenzio; more maiorum = secondo il costume degli antenati; modo, ritu (+ genitivo) = a guisa di; pedibus = a piedi; agmine = in colonna; ordine = con ordine; vi = con la violenza; ecc.;

Es.:

Ariovistus verebatur ne per insidias a Caesare circumveniretur = Ariovisto temeva di essere circondato da Cesare a tradimento.

e)

con per, in o ad + accusativo in espressioni idiomatiche come ad hunc modum = in questo modo; mirum in modum = in modo straordinario; per insidias = a tradimento; per fraudem, per dolum = con frode, con inganno; per vim = con violenza; per speciem = sotto l’apparenza; ecc.;

Es.:

In eo carmine multa ornandi causa poetarum more in Castorem scripta et Pollucem erant = In quel carme erano state scritte molte lodi per Castore e Polluce secondo il costume dei poeti.

 

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l)  Ablativo di causa

 

Indica la causa concomitante e pertanto partecipa della funzione sociativa dell’ablativo. Si esprime:

a)

con l’ablativo semplice se la causa è interna, cioè riferita al soggetto e alla sua sfera fisica o psichica;

Es.:

Metu nostri castra reliquerunt = Per la paura i nostri abbandonarono l’accampamento.

b)

con ob o propter + accusativo se la causa è esterna, cioè indipendente dal soggetto e dalle sue condizioni;

Es.:

Relinquebatur una per Sequanos via, qua Sequanis invitis propter angustias ire non poterant = Rimaneva solo la (lett.: l’unica) strada attraverso il territorio dei Sèquani, attraverso la quale, senza il consenso dei Sèquani, non sarebbero potuti passare a causa dei luoghi stretti.

c)

con prae + ablativo se la causa è impediente, cioè impedisce che si compia un’azione; si trova quindi per lo più in frasi negative;

Es.:

Loqui non possum prae lacrimis = Non posso parlare per le lacrime.

Nota bene:

1)

reggono il complemento di causa taluni verbi di sentimento come gaudeo, laetor, glorior = gioisco, mi rallegro, mi vanto; doleo, maereo, queror = mi dolgo, mi addoloro, mi lamento; ecc. e gli aggettivi formati sullo stesso tema o di significato simile come laetus, maestus, contentus, superbus, ecc.

Es.:

Opibus nimiis non gaudebant = Non si compiaceva di ricchezze eccessive.

2)

il verbo laboro, as, avi, atum, are (= soffrire) regge sia l’ablativo di causa sia ex + ablativo quando è indicata la parte del corpo in cui si è sofferenti.

Es.:

Frater meus ex renibus laborat = Mio fratello è malato di reni.

3)

hanno funzione di complemento di causa alcuni sostantivi in ablativo divenuti col tempo espressioni idiomatiche, come iussu = per comando; iniussu = contro l’ordine; hortatu = per esortazione; rogatu = su richiesta; ecc. Tali sostantivi sono acconpagnati dal genitivo della persona per ordine, esortazione, richiesta, ecc. del quale avviene qualche cosa.

Es.:

Imperatoris iussu milites proelium commiserunt = Per ordine del comandante i soldati attaccarono battaglia.

 

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m)  Ablativo di qualità

 

Partecipa della funzione strumentale-sociativa anche il complemento di qualità, per il quale rimandiamo al genitivo 1f.

 

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