D Declinatio: breve deviazione dall'argomento principale, simile alla digressio ma molto meno ampia.
Digressione: accorgimento retorico finalizzato ad allentare la tensione o interrompere la monotonia e ad arrecare piacere nell'ascoltatore. Consiste in una divagazione in cui chi parla o scrive si allontana dall'argomento del discorso per inserire una descrizione o un aneddoto o un breve racconto. Essa può anche essere ampia, ma non troppo, per evitare che l'ascoltatore perda di vista il tema trattato, quindi "si deve ritornare all'argomento principale in modo appropriato ed armonioso" (Cic. De oratore 203). In greco corrisponde all'ècfrasis particolarmente in voga nel periodo ellenistico.
Dissimulazione: figura del discorso che consiste nel dire una cosa intendendone un'altra. L'oratore, cioè, finge di non capire, o di capire in un altro senso, quello che ha detto il suo avversario. Essendo ironica, si insinua, secondo Cicerone, nella mente dell'ascoltatore più di ogni altra figura ed "è particolarmente gradevole se viene introdotta con un tono colloquiale e non con uno declamatorio" (Cic. ibid.)
Distinctio (= distinzione): consiste nell'uso di uno stesso termine, all'interno della stessa frase, ma con accezioni o semplici sfumature diverse: Es.: una salus victis nullam sperare salutem = Per i vinti c'è una sola salvezza, non sperare in nessuna salvezza. (Virgilio) Qui il termine salus è usato la prima volta nel senso di "salvezza spirituale", la seconda volta nel senso di "salvezza fisica". Es.: cum eis facta pax non erit pax, sed pactio servitutis = Una pace fatta con loro non sarà una pace, ma un patto di schiavitù. (Cicerone) Qui il termine pax viene negato nel suo comune significato per essere specificato meglio mediante la paronomàsia pax/pactio.
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