C Cacofonia: effetto sgradevole provocato da accostamenti di parole e in modo particolare dalla ripetizione di sillabe uguali che danno luogo ad esagerate allitterazioni. Es.: Prendere parte ad un particolare partito.
Captatio benevolentiae: accorgimento retorico mediante il quale un oratore, generalmente nella parte iniziale, o esordio, dell'orazione, cerca di accattivarsi la benevolenza dei giudici o del pubblico.
Catacrèsi: è una sorta di metafora usata per sopperire alla mancanza di un termine specifico dovuta alla carenza lessicale di una lingua. Es.: Il collo della bottiglia.
Chiasmo: figura riguardante la disposizione delle parole. Indica l'incrocio degli elementi costitutivi di due sintagmi, altrimenti paralleli, secondo lo schema AB / BA. Deriva il suo nome dalla lettera greca X (chi), simile alla croce che si forma con l'indice delle mani. E' una figura retorica molto usata. Es.: Ovidio è il terzo e l'ultimo è Lucano (Dante) (secondo lo schema: nome proprio-aggettivo / aggettivo-nome proprio Es.: satis eloquentiae, sapientiae parum (Sallustio) = sufficiente eloquenza, saggezza poca (secondo lo schema: avverbio-genitivo / genitivo-avverbio).
Circonlocuzione: affine alla perìfrasi, è un giro di parole cui si ricorre per evitare di usare l'espressione propria: Es.: E' andato nel luogo da cui nessuno mai è ritornato = è morto
Clausola: la parte finale di un periodo, in cui l'oratore o lo scrittore, consapevolmente, disponeva le parole in modo che il susseguirsi di sillabe lunghe e di sillabe brevi impressionasse l'uditore o il lettore, creando un ritmo piacevole ed armonioso. A partire da Aristotele la prosa ritmica fu studiata e teorizzata sia nella retorica greca, sia, poi, in quella latina. Cicerone e Quintiliano furono dei veri maestri di quest'arte. E' praticamente impossibile mantenere lo stesso effetto nella traduzione italiana: Es.: iam diu machinaris = la clausola è formata da un cretico e da due trochei, cioè lunga, breve, lunga + lunga, breve + lunga, breve.
Climax: termine greco che significa "scala", viene anche detto gradatio (= "gradazione"). Consiste in una sequenza di parole che, in un continuo crescendo, rendono via via più intensa l'espressione di un concetto. Si distinguono due tipi di climax, uno ascendente e uno discendente a seconda che i termini si succedano con maggiore o minore intensità: Es.: Vastus animus immoderata, incredibilia, nimis alta semper cupiebat (Sallustio) = il suo animo insaziabile desiderava sempre cose smisurate, incredibili, troppo alte. Còla: vedi colon (plurale).
Colloquialismo: espressione o vocabolo propri del linguaggio parlato in contrapposizione a quello letterario: Es: Cui dono lepidum novum libellum...? (Catullo) = a chi potrei donare (questo) grazioso nuovo libretto...). Dono è forma colloquiale al posto del congiuntivo dubitativo donem.
Còlon: in prosa è un membro di una frase, un blocco sintattico che possiede una sua funzione anche ritmica. Acquista particolare significato se si trova in parallelismo con altri membri. Vedi isòcolon.
Commutatio: figura consistente nella ripetizione di pronomi in poliptòto e in chiasmo: Es.: mihi... eum eo me (Virgilio)
Complexio: consiste nella combinazione dell'anàfora e dell'epìfora: Es.: desinam aegrotare posse, desinam alligari posse, (Seneca) = smetterò di potermi ammalare, smetterò di poter essere incatenato.
Concessione: forma di argomentazione consistente nell'accettare come ipotesi quanto sostiene l'avversario, per controbatterlo poi nella tesi.
Concinnitas: disposizione simmetrica delle parti o cola di un periodo, in modo da creare una struttura armonica del discorso. Uno dei maestri di questa tecnica è indiscutibilmente Cicerone.
Congeries = accumulazione
Correctio: in greco epanòrtosi, è una correzione o semplicemente un'attenuazione di quanto detto subito prima. Di solito è introdotta da espressioni come "o meglio", "piuttosto", "anzi" e simili. Es.: Tutti lo amavano, o meglio, tutti, lo adoravano. Es.: Servi sunt; immo homines (Seneca) = sono schiavi, anzi, sono uomini.
Cursus: si riferisce alla tecnica delle clausole sviluppatasi in età tardo-antica in cui al ritmo basato sull'alternanza di sillabe brevi e lunghe, si sostituisce la lunghezza delle parole e l'accento tonico.
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