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Romolo sceglie con cura un luogo adatto per fondare Roma

 

Procuratasi questa gloria, si dice che (Romolo) abbia pensato in primo luogo di fondare una città, dopo aver preso gli auspici, e di consolidare lo Stato. Quindi scelse  per la città un luogo quanto mai opportuno (lett.: di incredibile opportunità), cosa cui deve provvedere con la massima diligenza colui che tenta di impiantare uno Stato duraturo. Non collocò infatti (la città) vicino al mare, in modo da invadere il territorio dei Rutuli e degli Aborigeni, cosa che gli sarebbe stata facilissima con quella schiera e con (quelle) truppe, o da fondare egli stesso la città alla foce del Tevere, nel luogo in cui molti anni dopo il re Anco stabilì una colonia, ma, uomo di straordinaria previdenza, (Romolo) si rese conto e vide questo, (cioè) che i luoghi vicini al mare non sono i più adatti a quelle città che fossero fondate con la speranza (lett. per la speranza) di una lunga durata e del dominio, prima di tutto perché le città marittime sono esposte non solo a molti ma anche a imprevedibili pericoli. La terra ferma, infatti, denuncia in anticipo con molti indizi e quasi con un fragore e con lo stesso rimbombo, l’arrivo non solo atteso ma anche improvviso (lett.: gli arrivi… attesi… improvvisi) dei nemici; e nessun nemico può volare addosso per terra senza che (noi) possiamo sapere non solo che c'è ma anche chi egli sia e da dove venga. Invece quel nemico che viene per mare e su navi (lett.: marittimo e navale) può essere presente prima che qualcuno possa sospettare che arriverà: né poi, quando arriva fa preannunciare o chi egli sia,  o da dove venga, o anche che cosa voglia, insomma da nessun indizio (lett.: neppure da qualche indizio) si può congetturare o giudicare se abbia intenzioni pacifiche o se sia un nemico (armato) (lett.: se sia pacifico o nemico).

 

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