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Non importa la quantità ma la qualità

 

Chi è dappertutto, non è da nessuna parte. A coloro che passano la vita a in viaggio, accade di avere molte relazioni ospitali, ma nessuna amicizia. La stessa cosa è inevitabile che accada a quelli non si dedicano a fondo a nessun autore (lett.: non si applicano a fondo all’ingegno di nessuno), ma li sfogliano di corsa e in fretta (lett.: affrettandosi). Non giova né viene assimilato dal corpo il cibo che subito, appena ingerito, si vomita. Niente ostacola tanto la guarigione quanto il frequente cambiamento di medicine; non si cicatrizza una ferita in cui si provano (varie) medicazioni. Una pianta, che viene spostata spesso, non si irrobustisce; niente è così efficace da poter giovare in un contatto passeggero. Una gran quantità di libri è dispersiva: e così, dal momento che non puoi leggere tutti i volumi (lett.: quanto) che possiedi, è suffuciente possederne quanti (puoi) leggerne. "Ma," dici, "voglio sfogliare ora questo libro, ora quello." È proprio di uno stomaco nauseato assaggiare molti cibi: ma quando questi sono molteplici e diversi intossicano, non nutrono. Leggi sempre, perciò autori apprezzati e se qualche volta ti farà piacere passare ad altri, ritorna (poi) ai primi. Procurati ogni giorno qualche aiuto contro la povertà, qualcuno contro la morte e, non di meno, contro le altre calamità; e quando avrai scorso molti concetti, estraine uno che tu possa digerire quel giorno. Anch'io faccio così; dal molto (lett.: dalle molte cose) che leggo ricavo qualche cosa. La massima odierna è quella che ho trovato in Epicuro – sono solito infatti penetrare nell'accampamento altrui non come disertore, ma come esploratore -: "È nobile cosa la povertà accettata con gioia (lett.: lieta)." Ma se è accettata con gioia, non è povertà; povero non è chi ha poco, ma chi brama di più. Che cosa importa, infatti, quanto abbia (lett.: giaccia a lui) nel forziere o nei granai, quanto (bestiame) pascoli  o (quanto) abbia da prestare ad usura, se tiene d’occhio la roba altrui, se fa il conto non delle cose possedute, ma di quanto vorrebbe procurarsi? (Mi) domandi quale sia la giusta misura della ricchezza? Primo avere ciò che è necessario, secondo ciò che è sufficiente. Stammi bene.

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