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Plinio e Tacito: due grandi amici

 

Ho letto il tuo libro e, più attentamente che ho potuto, ho annotato i passi che pensavo si dovessero cambiare e quelle che (pensavo) si dovessero togliere. Io infatti sono abituato a dire la verità e tu ad ascoltar(la) volentieri. Nessuno, infatti, accetta di essere criticato con più pazienza di quelli che meritano di più di essere lodati. Adesso aspetto da te il mio libro con le tue annotazioni. O stupendo e felice scambio! Quanto mi fa piacere che, se i posteri avranno qualche cura di noi, sempre si racconterà con quale concordia, semplicità e lealtà siamo vissuti! Sarà cosa rara e straordinaria che due uomini quasi uguali per età (e) livello sociale, di una qualche notorietà nelle lettere, abbiano incoraggiato l’uno gli studi dell’altro. In realtà, (quando ero un) giovinetto, mentre tu ormai ti distinguevi per fama e gloria, desideravo ardentemente seguire te; (desideravo) essere ed essere ritenuto (rispetto a te) il secondo (lett.: il più vicino) (anche se) a grande distanza da te. Per questo mi fa più piacere che, se (nasce) qualche discorso sugli studi, siamo nominati insieme (e) che a coloro che parlano di te vengo in mente subito io. E non mancano (letterati) che vengono preferiti a entrambi noi. Ma non mi importa nulla in quale posizione noi siamo uniti; infatti per me (è) il primo colui che viene subito dopo di te.

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