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Un viaggio pericoloso
E (Alessandro) percorse senza difficoltà il resto del cammino (lett.: gli altri percorsi): ma, dove (lett.: per dove) la catena dei monti scende a poco a poco a livelli più bassi, un’enorme voragine, scavata dallo scorrere dei torrenti, aveva interrotto la strada. Oltre a ciò i rami degli alberi intrecciati e annodati l’un l’altro, avevano formato come una siepe ininterrotta. Pertanto si era impadronita (di loro) una grande disperazione, al punto che a stento trattenevano le lacrime. Soprattutto il buio procurava loro terrore (lett.: era di terrore): infatti anche se brillavano alcune stelle, gli alberi coperti da folte fronde (lett.: da un fogliame ininterrotto) impedivano di vederle; neppure le orecchie erano utili (lett.: non rimaneva neppure l’utilità delle orecchie), dal momento che scuoteva le selve un vento che, per lo sbattere dei rami (lett.: sbattendo i rami), produceva un rumore troppo grande a paragone del soffio. Finalmente la luce, (tanto) attesa sminuì tutte le paure, che la notte aveva reso più spaventose.
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