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Guerra contro i Gallogreci

 

La rovina della guerra siriaca coinvolse anche la Gallogrecia. (È) dubbio se essi siano stati tra le truppe ausiliarie del re Antioco, o se Manlio Volsone, avido di trionfo, abbia finto che ci fossero; certo fu negato il trionfo al vincitore, poiché non poté dimostrare la causa della guerra. Del resto la gente dei Gallogreci, come dimostra (lett.: è di prova) il nome stesso, è mista e adulterata: i resti dei Galli, che, sotto il comando di Brenno, avevano devastato la Grecia, direttisi in Oriente, si stanziarono nella parte centrale dell’Asia; pertanto, come i semi delle messi degenerano, (se è stato) mutato il suolo, così quella loro genuina selvatichezza fu mitigata dall’amenità asiatica. Furono dunque vinti e messi in fuga in due battaglie, sebbene, all’arrivo del nemico, lasciate le (loro) sedi, si fossero rifugiati su altissimi monti. I Tolosbogi avevano occupato l’Olimpo, i Tettosagi il Magaba. Costretti a scendere (lett.: tirati giù) dall’uno e dall’altro a colpi di fionde e di frecce (lett.: con fionde e frecce), si arresero in perpetua pace. Ma alcuni, incatenati, furono (oggetto) di stupore, avendo tentato (di strappare) le catene a morsi e con la bocca (ed) essendosi presentate a vicenda le gole per soffocarsi. In verità la moglie del re Orgiagonte, avendo subito violenza da parte di un centurione, fuggì dal carcere con un memorabile esempio e riportò al marito il capo mozzato del nemico adultero.

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