Torna all'Indice delle versioni

Torna alla Home

 

Un congiurato troppo loquace

In ea coniuratione fuit Q. Curius, vir non obscuro loco, sed flagitiis atque facinoribus coopertus: ergo censores a senatu ob probrum moverant. Huic homini et vanitas et audacia pariter erat: neque reticebat flagitia quae audierat, neque curabat ut sua ipse scelera occultaret. Erat ei cum Fulvia, muliere nobili sed venali, vetus illicita consuetudo: ut gratiam apud eam, quae ob inopiam eius minuebat, reciperaret, Curius repente, gloriam suam futuram demonstrans, non solum maria montesque promittere incepit, sed etiam multa coniurationis consilia et nomina patefecit, minis et ferro, silentium et fidem reposcens. Sed Fulvia, insolentiae Curii causa cognita tale periculum rei publicae non occultum habuit, sed nomine auctoris omisso de coniuratione omnia quae audierat multis narravit. Ea res primum studia hominum accendit et impulit ut consulatum M. Tullio Ciceroni mandarent. Namque antea nobilitas invidia aestuabat, ac multi immo pollui consulatum credebant, si ille, quamvis egregius sed homo novus, consulatum obtineret. Ut vero rei publicae detrimentum averterent, invidiam atque superbiam deposuerunt. Igitur comitiis habitis consules declarantur M. Tullius et C. Antonius

 

Libero adattamento da Sallustio, De coniuratione Catilinae cap. 23

 

 

 

Ed ecco la traduzione letterale

                                                            

In quella congiura vi fu Q. Curio, uomo di famiglia nobile (lett.: non oscura) ma coperto di infamie e di misfatti: i censori quindi lo avevano radiato dal senato per condotta ignominiosa. Quest’uomo aveva parimenti leggerezza e audacia: non taceva le infamie che aveva udito e non si preoccupava di nascondere egli stesso i suoi misfatti. Egli aveva un’antica relazione illecita con Fulvia, donna nobile ma venale: per riacquistare presso di lei il favore che veniva meno a causa della sua povertà, Curio improvvisamente, descrivendo la sua futura gloria, non solo incominciò a prometter(le) mari e monti, ma svelò anche molti piani della congiura e i nomi, pretendendo il silenzio e la fedeltà con le minacce e con le armi (lett.: il ferro). Ma Fulvia, conosciuta la causa dell’insolito comportamento di Curio, non tenne nascosto un tale pericolo per la repubblica, ma, omesso il nome dell’informatore, raccontò a molti tutte le cose che aveva udito della congiura. Quel fatto prima di tutto accese i desideri degli uomini e (li) spinse ad affidare il consolato a M. Tullio Cicerone. E infatti in precedenza la nobiltà bruciava di gelosia e molti, anzi, credevano che il consolato venisse contaminato se quello, sebbene uomo illustre, ma nuovo, avesse ottenuto il consolato. Ma per allontanare il danno dello Stato, misero da parte la gelosia e la superbia. Pertanto, tenuti i comizi,vengono nominati consoli M. Tullio e C. Antonio.

 

 


 

 

 

 

   

 

 

 In questa sezione, sei il visitatore numero