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La battaglia di Maratona

Dareus rex decrevit ut Graeciam redigeret in suam potestatem: itaque classem quingentarum navium comparavit eique Datim praefecit et Artaphernem. Praefecti regii classem ad Euboeam appulerunt et celeriter Eretriam ceperunt omnesque cives abreptos in Asiam ad regem miserunt. Inde ad Atticam accesserunt ac suas copias in campum Marathona deduxerunt. Hoc tumultu Athenienses tam propinquo tamque magno permoti Phidippum  cursorem Lacedaemonem miserunt, ut auxilium a Lacedaemoniis peterent. Domi autem creaverunt decem praetores, qui exercitui praeessent, in eis Miltiadem. Nulla ciuitas Atheniensibus auxilio fuit praeter Plataeenses. Miltiadis ergo auctoritate impulsi Athenienses copias ex urbe eduxerunt locoque idoneo castra fecerunt. deinde postero die sub montis radicibus aciem instruxerunt regione non apertissima et proelium commiserunt (namque arbores multis locis erant rarae) hoc consilio, ut et montium altitudine tegerentur et arborum tractu equitatus hostium impediretur ne multitudine clauderentur. Datis fretus numero copiarum suarum confligere cupiebat: itaque in aciem copias produxit proeliumque commisit Athenienses decemplicem numerum hostium profligaverunt: nulla enim umquam tam exigua manus tantas opes prostravit.

Cornelio Nepote, Vita di Milziade  4-5 passim

 

 

 

Ed ecco la traduzione letterale

                                                            

Il re Dario decise di ridurre in proprio potere la Grecia: pertanto allestì una flotta di cinquecento navi e le pose a capo Dati e Artaferne. I comandanti regi approdarono all’Eubea, presero velocemente Eretria e mandarono al re in Asia tutti i cittadini trascinati via. Poi si diressero contro l’Attica e fecero sbarcare le loro truppe nella pianura di Maratona. Sconvolti da questo attacco tanto vicino e tanto grave, gli Ateniesi mandarono a Sparta il corridore Filippo, per chiedere aiuto agli Spartani. Poi in patria elessero dieci strateghi che comandassero l’esercito, fra di essi Milziade. Nessuna città fu di aiuto agli Ateniesi, eccetto i Plateesi. Spinti, dunque, dall’autorità di Milziade, condussero le truppe fuori dalla città e si accamparono in un luogo idoneo. Poi il giorno successivo schierarono l’esercito alle pendici di un monte in un terreno non del tutto scoperto e attaccarono battaglia (e infatti in molti luoghi vi erano qua e là alberi) con questo piano, di essere (cioè) protetti dall’altezza dei monti e che la cavalleria dei nemici venisse ostacolata dalla distesa di alberi per evitare di essere accerchiati dalla massa (dei nemici). Dati, confidando nel numero delle sue truppe desiderava combattere: pertanto fece uscire in campo le truppe e attaccò battaglia. Gli Ateniesi sconfissero un numero di nemici dieci volte maggiore: mai nessuna schiera così esigua riuscì ad annientare forze tanto grandi.

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