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Focione

L'integerrimo Focione umiliato e condannato a morte quando era ormai molto vecchio non ebbe neppure gli onori di una sepoltura dignitosa.

 Phocion Atheniensis, etsi saepe exercitibus praefuit summosque magistratus cepit, tamen multo eius notior integritas est vitae quam rei militaris labor. Itaque huius memoria est nulla, illius autem magna fama. Fuit enim perpetuo pauper, cum divitissimus esse posset propter frequentes honores potestatesque summas, quae ei a populo dabantur. Idem cum prope ad annum octogesimum prospera pervenisset fortuna, extremis temporibus magnum in odium pervenit suorum civium. Inde iudicio damnatus cum ad mortem duceretur, obvius ei fuit Euphiletus, amicissimus eius. Is cum lacrimans dixisset: "O quam indigna perpeteris Phocion!" huic ille: "At non inopinata, inquit, hunc enim exitum plerique clari viri habuerunt Athenienses". In hoc tantum fuit odium multitudinis, ut nemo liber ausus sit eum sepelire. Itaque a servis sepultus est.

Da Cornelio Nepote

 

 

Ed ecco la traduzione letterale

                                                            

Sebbene l'ateniese Focione sia stato spesso a capo di eserciti ed abbia ricoperto le massime cariche, tuttavia (è) molto più conosciuta la (sua) integrità di vita che la (sua) attività militare (lett.: la fatica dell'attività militare). E così il ricordo di questa non esiste, mentre  la fama di quella (è) grande. Fu infatti perennemente povero, (pur) potendo essere ricchissimo a causa delle frequenti cariche e dei sommi poteri che gli venivano dati dal popolo. Egli essendo giunto quasi a ottant'anni con una fortuna propizia, verso la fine della vita (lett.: negli ultimi tempi) incappò nell'odio feroce dei suoi concittadini. Condannato dal tribunale, mentre veniva condotto alla morte, lo incontrò Eufileto, suo grande amico. Avendo(gli) egli detto tra le lacrime (lett.: piangendo): "O Focione, quale sorte indegna subisci!" egli disse a costui: "Ma non inattesa: molti illustri uomini ateniesi finirono così (lett.: ebbero questa fine)". Tanto grande fu l'odio della folla contro di lui (lett.: costui) che nessun uomo libero osò dargli sepoltura. Pertanto fu sepolto dagli schiavi.


 

 

 

 

   

 

 

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