Nota 1 - latino

La particella an introduce una interrogativa diretta semplice di tipo retorico cui conferisce una certa enfasi: essa si usa quando si contrappongono due concetti, collegati per asindeto, di cui il primo esprime un fatto che si verifica in certe condizioni, il secondo un fatto che, in condizioni migliori rispetto al primo, si verificherà a maggior ragione. Qui in particolare si contrappongono un semplice scita che riesce a disprezzare il denaro e i filosofi che, data la loro formazione, a maggior ragione dovranno disprezzarlo. Nella traduzione puoi renderlo in vari modi: “come?”, “possibile?”, “se dunque”. In questo caso ha lo stesso valore di nonne.

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Nota 2 - latino

È un complemento di stima: dunque il verbo duco che significato assume?

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Nota 3 - latino

Fertur ha costruzione personale: il suo significato è affine a quello di trador, come puoi verificare ripassando il nominativo nella sintassi dei casi.
 

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Nota 4 - latino

È una formula di saluto in cui è sottinteso il verbo dat o dicit.
 


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Nota 5 - latino

Mihi e amictui sono un esempio di doppio dativo. I successivi calciamentum, cubile, pulpamentum costituiscono una variatio rispetto al precedente costrutto e sono predicati nominali dipendenti da est sottinteso.


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Nota 6 - latino

Sono ablativi strumentali retti dal verbo vescor, che hai studiato insieme ai verbi utor, fruor, fungor e potior nella sintassi dei casi (ablativo).


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Nota 7 - latino

Es delectatus (anàstrofe) è un perfetto con valore stativo: ti sei compiaciuto e dunque ti compiaci ancora. Ti sarai certo accorto, traducendo, che in italiano sta meglio il presente: per il motivo che abbiamo detto, puoi usarlo senza timore di sbagliare.


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Nota 8 - latino

Eodem hoc animo è ablativo di qualità.


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Nota 9 - latino

Non tradurre avventatamente: rischieresti di considerare in pompa magna come un complemento unico! In è legato a pompa, mentre magna è attributo del soggetto vis; dunque neppure cum è legato a  pompa, bensì a ferretur, ed ha valore narrativo.


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Nota 10 - latino

Quam multa è complemento oggetto neutro plurale di desidero e introduce una proposizione esclamativa.


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Nota 11 - latino

Il pronome relativo quae è femminile singolare: esso si riferisce logicamente a talenta, ma sintatticamente è concordato con il predicato nominale pecunia: nella traduzione dovrai però rispettare la concordanza logica e di conseguenza renderlo come se fosse neutro plurale. Il verbo erat naturalmente dovrà essere tradotto al plurale.

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Nota 12 - latino

Stato in luogo espresso con l’ablativo semplice in quanto si tratta di un nome di città della prima declinazione plurale. Ripassa la regola nelle determinazioni di luogo.

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Nota 13 - latino

La relativa, pur essendo propria, ha il congiuntivo in quanto esprime soggettività: puoi cioè sottintendere mentalmente “secondo lui”. Attenzione però: in italiano si traduce con il corrispondente tempo dell’indicativo.

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Nota 14 - latino

Introduce una interrogativa indiretta ed indica la persona cui devono essere consegnati i soldi, non quella cui si impartisce l’ordine! D’altra parte tu sai che iubeo regge l’accusativo della persona alla quale si ordina qualche cosa, non il dativo. Se la persona manca, come in questo caso, il verbo della proposizione che ne dipende va all’infinito passivo (numerari appunto).

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Nota 15 - latino

Attenzione: non è un nominativo, bensì un ablativo strettamente collegato al verbo intellexistis; per la traduzione consulta il vocabolario.

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Nota 16 - latino

Ablativo di privazione retto da egere.

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Nota 17 - latino

Quos è un nesso relativo in anàstrofe (= in posizione invertita) rispetto a cum, come di regola; svolgi così: sed cum eos. Tristiores ha funzione predicativa rispetto a quos. Il suo grado è comparativo: assoluto o di maggioranza?


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Nota 18 - latino

La costruzione di videretur (che hai studiato nella sintassi dei casi, nominativo) è personale: infatti il soggetto è sempre Senocrate, che non vuole apparire maleducato. La proposizione è finale negativa.

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