Sofocle dimostra ai giudici di essere sano di mente - da Cicerone

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Sofocle, (benché) molto vecchio, continuava a comporre tragedie (lett.: faceva (= componeva) ancora tragedie). Ma ecco (che) i figli lo citarono (lett.: lo citano) in giudizio, poiché secondo loro, a causa di (questa sua) occupazione, trascurava il patrimonio (familiare). I figli dicevano: "Il tribunale deve allontanare (nostro) padre dai beni come persona incapace di intendere e di volere". Allora Sofocle recitò (lett.: recita) ai giudici l’ "Edipo a Colono", opera che aveva pronta. Poi domandò (lett.: domanda): "Codesta composizione è forse (opera) di un pazzo?". Immediatamente la sentenza mise (lett.: mette) in libertà Sofocle. Forse che, dunque, la vecchiaia può costringere (lett.: costringe) un grand'uomo a tacere nella sua attività (intellettuale)?

Soluzione dell'esercizio:

                     Sophocles admodum senex tragoedias etiam tum faciebat. Sed ecce, filii in iudicium vocant, quia ex eorum sententia pater propter studium bona neglegebat. Filii dicebant: "Tribunal patrem quasi insanum a bonis removere debet". Sophocles igitur Oedipum Coloneum, fabulam quam paratam habebat, recitat iudicibus. Deinde quaerit: "Num ista fabula insani opera est?". Statim sententia Sophoclem liberat. Num igitur senecta magnum virum in suis studiis obmutescere cogit?

 

           N.B.: Insanum, essendo preceduto da quasi, non è a rigore un complemento predicativo dell'oggetto, ma piuttosto un complemento oggetto, perché la frase è brachilogica (= abbreviata) ed è sottinteso un verbo; il pensiero, se svolto, suonerebbe più o meno così: "Il tribunale deve allontanare nostro padre come (allontanerebbe) un pazzo".

 

 

 

 

 

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