Il grande amore di Camma - Plutarco

(parte II)

 

Egli era dunque giunto fiducioso, e (le) chiedeva di sposarlo; ed ella (gli) andò incontro, e, presolo per mano e condottolo all’altare della dea, fece una libagione da una coppa di idromele, a quanto pare, già avvelenata1; poi dopo averne bevuta metà2, diede il resto al Gàlata. Ma quando vide che l’aveva bevuta (tutta), lanciò un grido di gioia e, dopo aver invocato il nome del (marito) morto, disse: "Carissimo marito, vivevo senza di te nel dolore, aspettando questo giorno; ma ora accoglimi felice: infatti mi vendicai per te del peggiore degli uomini, poiché sono stata felicemente compagna di vita con te, ma di morte con costui". Sinorige, portato (via) in lettiga, morì dopo poco; Camma invece, sopravvissuta (ancora) il giorno e la notte, si dice che sia morta con molto coraggio e serenità3.

Soluzione dell'esercizio:

 

 

 

 

 

 

 


Nota 1
libò idromele avvelenato da una coppa;

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Nota 2
una parte quanto una metà;

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Nota 3
molto coraggiosamente e serenamente.

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