Socrate non è più colpevole di un qualsiasi indovino - Senofonte

L'accusa contro Socrate era all'incirca la seguente¹: "Socrate è colpevole di non credere negli dèi in cui crede lo Stato e di introdurre altre nuove divinità; ed è colpevole anche di corrompere i giovani." In primo luogo, dunque, che non credesse negli dèi in cui crede lo Stato, da quale mai indizio lo dedussero?² Infatti era noto che (egli) faceva sacrifici spesso in privato³ e spesso sugli altari comuni della città, e non era ignoto che ricorresse alla divinazione. Si era infatti sparsa la voce che Socrate affermasse che il (suo) demone gli dava delle indicazioni: soprattutto per questo, appunto, mi sembra che lo abbiano accusato di introdurre nuove divinità. Ma egli non introduceva nulla di più nuovo degli altri che⁴, credendo nella divinazione, si servono di voli degli uccelli, oracoli, segni e sacrifici. Costoro infatti ritengono che non gli uccelli, e neppure coloro che incontrano per caso, conoscano ciò che giova a chi interroga gli oracoli, ma che gli dèi lo rivelino⁵ attraverso questi; ed anch'egli era convinto di questo⁶.

Soluzione dell'esercizio:

N.B.: è accettabile anche considerare i primi tre participi come congiunti (con valore causale) anziché predicativi, traducendo così: "Socrate commette ingiustizia poiché non crede..., introduce... e corrompe".