Stratagemma abile ma disonesto - Valerio Massimo

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Esecrabile fu la decisione di Tullio, condottiero dei Volsci. Egli infatti, infiammato da un grandissimo desiderio di1 far guerra ai Romani, vedendo (che) i suoi (erano) abbattuti per2 alcune battaglie sfavorevoli e (che) per questo (erano) più disposti alla pace, con un piano insidioso (li) spinse a fare ciò che3 voleva: infatti, essendo giunta a Roma una gran folla di Volsci per assistere agli spettacoli, disse ai consoli che temeva fortemente che macchinassero all'improvviso qualche atto4 ostile e (li) avvertì di essere più cauti, e subito uscì dalla città. I consoli riferirono la cosa5 al senato. E questo, sebbene non ci fosse alcun sospetto, spinto tuttavia dall'autorevolezza di Tullio, ordinò che i Volsci se ne andassero prima di notte. Ma, irritati da quell'affronto, (i Volsci) poterono essere facilmente spinti a ribellarsi. Così la menzogna dell'astuto comandante, ammantata di falsa benevolenza6, ingannò contemporaneamente due popoli: (quello) romano al punto di fargli condannare degli innocenti, (quello) volsco, al punto di farlo adirare con degli (uomini) ingannati.

Soluzione dell'esercizio:

La proposizione finale è una sola: spectandorum ludorum gratia (finale implicita espressa con il genitivo del gerundivo + gratia). 
Non sono finali, infatti, né ad bellum inferendum (retto da cupiditate), né ad rebellandum (retto da impelli), né
ne quid... molirentur (completiva con i verba timendi), né ut essent cautiores ed ut abirent (completive di senso volitivo), né ut notaret ed ut... irasceretur (consecutive).

 



 

 

 

 


Nota 1
desiderio (che mirava) a;

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Nota 2
gli animi dei suoi abbattuti da;

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Nota 3
(li) spinse dove;

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Nota 4
qualcosa di;

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Nota 5
quella cosa;

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Nota 6
avvolto dalla simulazione di benevolenza.

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