Dopo la sua morte, il popolo, essendo pentito della sua sentenza, tolse
nove parti della multa e ordinò a Conone, suo figlio, di dare dieci
talenti per ricostruire una parte del muro. E in questo (fatto) si notò
la volubilità della sorte. Infatti quelle stesse mura che il nonno Conone
aveva dato alla patria col1 bottino dei
nemici, il nipote fu costretto, con sommo disonore, a ricostruir(le) con
il1 suo patrimonio. Poi pur potendo noi
portare parecchie testimonianze della vita moderata e saggia di Timoteo,
ci accontenteremo di un fatto solo2, perché
da esso si potrà facilmente capire quanto sia stato caro ai suoi.
Dovendosi difendere ad Atene, quando era un giovinetto, accorsero per
difenderlo non solo amici e ospiti privati, ma anche tra loro Giàsone,
tiranno della Tessaglia, che in quel tempo era3
il più potente di tutti. Costui, benchè pensasse di non essere al sicuro
in patria senza guardie del corpo, giunse ad Atene senza alcuna scorta, e
stimò tanto il suo ospite, da preferire correre pericolo di morte
piuttosto che venir meno a Timoteo che lottava per la (sua) reputazione.
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