La grande eloquenza è figlia della libertà politica - Anonimo "Del Sublime"
"Una così grande sterilità espressiva1 cosmica domina la (nostra) vita! O, per Zeus, bisogna dar retta a quella diceria, secondo la quale2 la democrazia (è) buona nutrice degli spiriti grandi, per [oppure: con] la quale soltanto fiorirono e si estinsero i grandi geni della parola3? Infatti - dice, - (solo) la libertà (è) in grado di nutrire i pensieri degli (uomini) magnanimi e di infondere (loro) speranza, ed insieme di risvegliare (in loro) il desiderio dell’emulazione reciproca e dell’ambizione di primato4. Inoltre, certamente, a causa dei premi in palio5 nella vita politica, in ogni occasione le superiori qualità6 spirituali degli oratori, esercitandosi, si acuiscono e, per così dire, si lucidano, e, com’(è) naturale, risplendono libere in sintonia con la situazione (in cui vivono)7. Invece (noi) contemporanei sembriamo essere stati educati fin da bambini ad una schiavitù giusta, quasi8 fasciati nelle medesime abitudini e (nelle medesime) occupazioni fin da quando le (nostre) menti (erano) ancora tenere, senza aver gustato (mai) la fonte più bella e più feconda dei discorsi, intendo dire la libertà; perciò finiamo per essere null’(altro) che9 sublimi adulatori."
Nota
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