I Remi all’arrivo improvviso dei Romani
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Cesare
Giunto (Cesare) all’improvviso e più velocemente di quanto si pensasse
(lett.: più velocemente di ogni opinione), i Remi che tra i Belgi sono i
più vicini alla Gallia, gli mandarono come ambasciatori Iccio e
Andecumborio, capi del (loro) popolo, perché dicessero che affidavano se
stessi e le loro cose alla lealtà e al potere del popolo romano, di non
essersi accordati con gli altri Belgi e di non aver assolutamente
congiurato contro i Romani e di essere pronti a dare ostaggi a eseguire
gli ordini, ad accoglierli nelle (loro) città e ad aiutarli con il grano
e con le altre cose; tutti gli altri Belgi erano in armi e i Germani che
abitavano al di qua del Reno, si erano uniti con questi, e il loro
fanatismo era così grande da non essere riusciti a distogliere
dall’accordarsi con quelli, neppure i Suessioni, loro fratelli e
consanguinei che si servivano dello stesso diritto e delle stesse leggi
e che avevano (in comune) con loro un’unica forma di governo e
magistratura
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