Siccome, quindi, è evidente che ciò che si muove da sé è eterno, chi potrebbe affermare che questa natura non1 è stata attribuita alle anime? È inanimato infatti tutto ciò che è mosso da un impulso esterno; invece ciò che è animato è sospinto da un moto interiore e proprio; questa è infatti la prerogativa naturale2 e l’essenza dell'anima; e se, tra tutte le cose, (l'anima) è l'unica a muoversi da sé, certamente non è nata ed è eterna. Tu tienila impegnata nelle attività più nobili. E le occupazioni più nobili sono quelle che riguardano la3 salvezza della patria: stimolata ed esercitata da esse, la (tua) anima volerà più rapidamente verso questa (che è la) sua sede e dimora; e lo farà con maggior velocità, se, già allorquando sarà chiusa nel corpo, si innalzerà al di fuori, e, contemplando le realtà che saranno all’esterno, si astrarrà il più possibile dal corpo. Infatti le anime di coloro che si sono dedicati ai piaceri del corpo e che si sono offerti, per così dire, come loro servi, e che, sotto la spinta delle passioni che obbediscono ai piaceri, hanno violato le leggi divine e umane4, (una volta) uscite dai corpi, si aggirano in volo attorno alla terra stessa, e non ritornano in questo luogo, se non dopo essere state travagliate per molte generazioni [oppure: per molti secoli]. |
Soluzione dell'esercizio: il solo congiuntivo caratterizzante su cui non sussistano dubbi è neget; alcuni grammatici considererebbero come caratterizzante anche moveat, altri invece annovererebbero quae sese moveat fra le relative improprie consecutive;
Il periodo ipotetico è idque ocius faciet, si iam tum... eminebit foras et... se a corpore abstrahet ed è della realtà (primo tipo), come segnala chiaramente l'uso dell'indicativo.
Nota
3
degli dèi e degli uomini.
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