Allora a Tràsea, che stava in giardino, fu mandato il questore del console, quando ormai era sera. Giunse Domizio Ceciliano, (uno) degli amici intimi, e gli riferì che cosa avesse deciso il senato. Trasea invita allora i presenti, in preda a lacrime e lamenti, ad allontanarsi in fretta e a non mescolare i loro rischi con il destino di un condannato, e ammonisce Arria, che intendeva seguire la sorte del marito e l'esempio della madre Arria, a rimanere in vita1 e a non togliere l'unico sostegno alla figlia comune. Avviatosi poi lungo il portico, lì viene trovato dal questore, piuttosto lieto in volto2, perché aveva saputo che al genero Elvidio toccava soltanto l’allontanamento3 dall'Italia. Ricevuta quindi (comunicazione del)la sentenza del senato, fa entrare nella (sua) stanza da letto Elvidio e Demetrio; e, dopo aver porto le vene dell'uno e dell'altro braccio, dopo aver(ne) fatto sprizzare fuori il sangue, spargendo(lo) sul terreno, chiamato più vicino il questore: "Libiamo" disse "a Giove Liberatore. Guarda, o giovane, e gli dèi tengano lontano (da te) il presagio (infausto); ma sei nato in tempi4 in cui occorre temprare l'animo con esempi di fermezza."
Soluzione dell'esercizio: gli ablativi assoluti (tutti con valore temporale) sono: vesperascente iam die; accepto... senatus consulto; porrectis... venis; vocato quaestore. il congiuntivo indipendente è prohibeant: ha valore ottativo; il valore del congiuntivo expediat nella proposizione relativa è consecutivo: si tratta infatti di una relativa impropria, in cui ea = talia e quibus = ut iis. Altri interpreterebbero questo congiuntivo come caratterizzante, perché indica una peculiarità propria di una categoria di epoche (in questo caso quelle della tirannide).
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