L'amicizia è come il sole - Cicerone Ad alcuni, che sento essere stati considerati sapienti in Grecia, ritengo siano parse giuste opinioni davvero sorprendenti: in parte (dicono) che bisogna rifuggire dalle amicizie eccessive, per evitare che uno solo debba preoccuparsi per molti1; (dicono) che ognuno ne ha più che abbastanza delle sue preoccupazioni personali, che è fastidioso essere troppo coinvolti in (quelle) altrui; (che) la cosa più vantaggiosa è tenere il più possibile allentate le redini dell’amicizia, per tirarle, quando (lo) si desideri, o per lasciarle andare; (che) infatti la cosa principale per vivere felici è la tranquillità, di cui l’animo non potrebbe godere, se, per così dire, uno solo partorisse per molti. Dicono poi che altri affermino, in modo ancor più disumano, che le amicizie si debbano ricercare per difesa e per aiuto, non per affetto né per amore; (che) perciò, meno uno ha fermezza, meno ha forze, più desideri le amicizie; da ciò deriva che le donnette cerchino la difesa delle amicizie più degli uomini, e i poveri (più) dei ricchi, e i disgraziati (più) di coloro che sono considerati felici. Ma che bella sapienza! A mio parere, infatti, eliminano2 dal mondo il sole (coloro) che eliminano dalla vita l’amicizia, della quale (noi) non abbiamo (ricevuto) dagli dèi immortali nulla di meglio, nulla di più piacevole. E se rifuggiamo dalla preoccupazione, bisogna rifuggire dalla virtù, che necessariamente respinge ed odia3, con qualche preoccupazione, le cose a lei opposte, come la bontà (odia) la cattiveria, la temperanza (odia) la libidine, il coraggio (odia) la viltà.
Soluzione dell'esercizio: l'oratio obliqua si estende da partim a pluribus e da itaque a beati; le relative improprie sono: quas vel adducas... vel remittas; fra loro coordinate, hanno valore finale (= ut eas vel adducas... vel remittas); i periodi ipotetici sono: qua frui non possit animus, si tamquam parturiat unus pro pluribus: è equiparabile ad un periodo ipotetico indipendente, perché l'apodosi è una relativa, proposizione che per sua natura avrebbe l'indicativo; d'altra parte il congiuntivo è d'obbligo, perché siamo all'interno di un'oratio obliqua. Il periodo ipotetico è probabilmente del secondo tipo (= possibilità), verso cui orienta il senso del brano, seppure non sia del tutto da escludere il primo tipo (= realtà); quodsi (= quod si) curam fugimus, virtus fugienda est: periodo ipotetico indipendente del primo tipo (= realtà). le perifrastiche passive sono tre: fugiendas esse nimias amicitias, amicitias esse expetendas e virtus fugienda est.
Nota
2
Nota
3
|