I Trenta organizzano il massacro dei meteci - Lisia

Dopo che i Trenta, che erano perfidi e calunniatori, presero il potere, diffondendo la voce che bisognava depurare lo Stato dei delinquenti ed indirizzare il resto della cittadinanza alla virtù e alla giustizia, (pur) affermando questo, ebbero la sfrontatezza di fare tutt'altro1. Infatti Teognide e Pisone affermarono in una riunione dei Trenta2, a proposito dei meteci, che ce n’erano alcuni ostili al governo: c’era dunque un magnifico pretesto per dare l’impressione di punirli, ma in realtà per far soldi. E non fu difficile per loro convincere l’uditorio3: consideravano infatti cosa di nessuna importanza ammazzare la gente, mentre ritenevano molto importante fare quattrini. Decisero dunque di arrestare dieci meteci, di cui due poveri, per avere una scusa nei confronti dell’opinione pubblica, che cioè queste misure non erano state prese per far soldi, ma erano state realizzate nell’interesse dello Stato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Nota 1
(pur) dicendo tali cose, osavano fare non tali cose;

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Nota 2
dicevano fra i Trenta [N.B.: Teognide e Pisone erano due dei Trenta].

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Nota 3
e non difficilmente convincevano gli ascoltatori.

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