Se ci fu qualche altra virtù in Filippo, ci fu anche la capacità di sopportare le offese, potentissimo strumento per la conservazione del regno. Era venuto da lui, fra altri ambasciatori degli Ateniesi, Demòcare, detto "Parresiaste" a causa della (sua) eccessiva e mordace loquacità. Ascoltata benevolmente l’ambasceria, Filippo chiese: "Ditemi che cosa posso fare che sia gradito agli Ateniesi." Demòcare (lo) interruppe e disse: "Impiccarti". Fra i presenti1 era sorta indignazione ad una risposta così incivile; ma Filippo ordinò (loro) di tacere e di lasciarlo andare sano e salvo. "Però" aggiunse "voialtri ambasciatori riferite agli Ateniesi che sono molto più superbi coloro che fanno simili affermazioni2 che coloro che le ascoltano senza punirle3." |
Soluzione dell'esercizio: l'ablativo assoluto è audita benigne legatione (valore temporale); qua (prima riga) sta per aliqua e concorda con virtus; Parrhesiastes (prima riga) è complemento predicativo del soggetto Demochares; salvum incolumemque (terzultima riga) è complemento predicativo dell'oggetto illum; quam (ultima riga) introduce il secondo termine di paragone.
Nota
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