Guai ad essere troppo belle! - Pseudo-Plutarco Quando Teòfane interrogò1 la figlia in presenza di tutti, ed ella scelse1 Callistene, fu1 subito evidente che Stratone prendeva male l’offesa. Ma, lasciati passare due giorni, (egli) si presentò da Teòfane e da Callistene, affermando che riteneva opportuno conservare la sua amicizia nei loro confronti2, anche se da qualche divinità era stato privato del matrimonio. Ed essi lodavano le (sue) parole, tanto che lo invitarono perfino al banchetto nuziale3. Egli invece, dopo aver predisposto una folla di amici ed un non piccolo numero di servi, sparsi (qua e là) e nascosti, (attese) finché la fanciulla scese1 alla fonte chiamata Kissoessa per offrire alle Ninfe il sacrificio preliminare: allora tutti coloro che erano in agguato, accorsi, si avventarono1 con lui sulla ragazza4. E Stratone cercava di prendersi la vergine; ma Callistene ed i suoi, com’(è) naturale, la tirava(no) in senso opposto, finché la ragazza morì, senza che (neppure) se ne accorgessero, fra le mani di coloro che la strattonavano di qua e di là. Callistene, allora, si eclissò all’istante, o uccidendosi o andandosene come fuggiasco dalla Beozia: nessuno sapeva dire che cosa esattamente gli fosse accaduto. Stratone, invece, si uccise in pubblico sul (corpo del)la vergine.
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