Meriti della costituzione romana - Polibio
Quando infatti una paura comune sorta dall'esterno li costringa ad essere concordi e a collaborare tra loro, accade che la forza del sistema politico sia tale e tanta che non viene trascurato nulla di ciò che è necessario1, poiché sempre tutti insieme si adoperano con le (loro) energie per (far fronte a) ciò che è accaduto2, e ciò che è stato deciso non giunge in ritardo rispetto alla circostanza, poiché ciascuno in pubblico e in privato collabora per il compimento di ciò che sta (loro) davanti. Perciò accade che la peculiarità del sistema politico (romano) sia (di essere) insuperabile e (di) attuare3 tutto ciò che si è deciso. Quando, nuovamente liberati dalle paure esterne, godono delle4 (loro) fortune e del benessere (derivato) dai (loro) successi, godendo della (loro) felicità, e, corrotti con l'adulazione e abbandonati all’ozio5, si volgono all'arroganza e alla superbia, cosa che suole accadere, proprio allora è soprattutto possibile vedere che la stessa costituzione fornisce da sé il rimedio. Quando infatti una delle parti (che la costituiscono) entra in competizione (con le altre) diventando (troppo) potente6 e domina più del dovuto, (è) chiaro che, non essendo nessuno (dei tre poteri) autosufficiente, secondo il discorso di poc’anzi, dal momento che il proposito di ciascuno può essere ostacolato e impedito reciprocamente, nessuna delle parti si gonfia né insuperbisce. Tutte (le parti) infatti rimangono nello stato presente, da un lato perché viene loro impedito di attuare il (loro) desiderio7, dall’altro perché temono fin dal principio il controllo del vicino8.
Nota
2
Nota
4
impedite nel desiderio;
(che proviene) dal vicino.
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