Morte di Remo Se vuoi visualizzare la struttura, clicca qui
Romolo, fondando Roma, circondò in fretta il Palatino con un fossato affinché nessuno dei vicini (lett.: alcuni dei … non impedissero) pensasse di impedirgli (di attuare) il suo proposito. Ma Remo poiché sopportava malvolentieri di essere stato scalzato dal primo posto e invidiava il fratello per la sua buona sorte, avvicinandosi a quelli che lavoravano li insultava: dichiarò infatti che il fossato era stretto e la città sarebbe stata malsicura, perché i nemici potevano superarlo facilmente. Romolo allora, adirandosi diceva: “Ordinerò a tutti i cittadini di punire colui che tenta di superarlo”. E di nuovo Remo, insultando i lavoratori, diceva che preparavano un fossato stretto: infatti i nemici lo avrebbero superato facilmente anche egli stesso infatti poteva fare ciò facilmente; e mentre diceva (lett.: e nello stesso tempo dicendo) queste cose, lo superò. C’era un certo Celere, uno dei lavoratori, che avendogli risposto, dice: “Io, però, punirò colui che salta oltre (il fossato) secondo l’ordine del re” e mentre diceva queste cose (lett.: dicendo queste cose contemporaneamente) sollevò la zappa e avendo(lo) colpito (al)la testa, uccise Remo.
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