Menippo guarda la terra dall'alto

 

E se non avessi visto il Colosso di Rodi e la torre sull’isola di Faro, sappi bene che assolutamente la terra mi sarebbe sfuggita. Ma ora queste costruzioni che erano alte e che erano superiori in altezza (alle altre) e l’Oceano che brillava appena al sole mi segnalavano che quello che vedevo era la terra. Ma non appena ebbi puntato e fissato lo sguardo, tutta la vita degli uomini ormai mi appariva non solo popolo per popolo e città per città ma chiaramente anche gli stessi (uomini) che navigavano, quelli che facevano la guerra, quelli che coltivavano la terra, quelli che amministravano la giustizia, le donne, gli animali e insomma tutti gli esseri quanti nutre “la terra donatrice di biade”. Ma mi veniva da ridere soprattutto per quelli che lottavano per i confini della terra e per quelli che erano superbi per il coltivare la pianura di Sicione o di avere di Maratona le terre intorno a Enoe o di aver acquistato mille plettri ad Acarne; essendo in realtà la Grecia di quattro dita in grandezza, l’Attica, credo era in proporzione molte volte più piccola. Cosicché riflettevo su quanto rimanesse a questi ricchi per essere superbi (oppure: pensavo quanto rimanesse a questi ricchi di cui essere superbi): mi sembrava infatti che quello più ricco di terreni (di tutti loro) coltivasse un solo atomo degli Epicurei.