Manio Papirio e i Galli di Brenno

 

 

Brenno, avendo occupato Roma, dispose intorno al Campidoglio una guarnigione ed egli stesso, mentre scendeva per il foro guardando gli uomini seduti ai primi posti nel loro ornamento e in silenzio, si meravigliava che non si fossero alzati, quando i nemici sopraggiungevano, né avessero mutato espressione o colore, ma che stessero calmi, tranquillamente e senza paura appoggiati ai bastoni che tenevano (in mano) e guardandosi fra di loro. Per i Galli era dunque uno spettacolo assurdo (lett.: conforme all’assurdità) e per molto tempo esitando a toccarli e ad avvicinarsi, si trovavano in imbarazzo come davanti a esseri superiori. Quando poi uno di loro, avendo trovato il coraggio, si avvicinò a Manio Papirio e, avendo allungato la mano, gli accarezzò (lett.: toccò delicatamente) il mento e gli tirò la barba che era fluente, Papirio, avendogli colpito la testa con il bastone, gliela ruppe e il barbaro, allora, avendo sguainato la spada, lo uccise.