Nobile comportamento di Scipione - Livio Fu1 quindi condotta presso di lui dai soldati una giovane donna vergine, di una bellezza così straordinaria che, dovunque passasse, faceva voltare (verso di sé) gli sguardi di tutti. Scipione, informatosi della (sua) patria e dei (suoi) genitori, fra l'altro venne a sapere che ella (era stata) promessa in sposa ad un principe dei Celtiberi; il giovane si chiamava2 Allucio. Dunque, fatti chiamare immediatamente da casa i genitori ed il fidanzato, poiché nel frattempo sentiva (dire) che egli si struggeva per amore della fidanzata, non appena arrivò, si rivolse3 a lui con un discorso più premuroso che ai genitori. "Giovane (come sono), - disse - (ti) chiamo giovane, perché l'imbarazzo di questa conversazione fra di noi sia minore. Io, dal momento che la tua fidanzata, presa (prigioniera) dai nostri soldati, era stata condotta presso di me, e sentivo (dire) che ella ti stava a cuore, voglio favorire4 il tuo amore. La tua fidanzata è stata trattata presso di me con lo stesso rispetto5 che presso i tuoi suoceri e suoi genitori; è stata conservata per te, perché potesse esserti offerto un dono intatto e degno di me e di te. Quest'unica ricompensa pattuisco per quel dono: (che tu) sia amico al popolo romano, e, se credi che io sia un uomo onesto quali già in passato queste genti avevano conosciuto mio padre e (mio) zio, (che tu) sappia che nella popolazione romana ci sono molti (uomini) simili a noi". Felice per i doni e per le attestazioni di stima, il giovane fu rimandato a casa.
|