Il poeta è un essere sacro - Platone

I poeti ci dicono che, attingendo i canti da sorgenti che scorrono miele da certi giardini e (certe) valli delle Muse, (li) portano a noi come le api (ci portano il miele)1, volando anch’essi allo stesso modo: e dicono la verità2. Il poeta infatti è un essere leggero, alato e sacro, e non (è) in grado di comporre prima di diventare divinamente ispirato e fuori di sé e (prima) di aver perduto il senno3: finché ha questo possesso (= il senno), ogni uomo è incapace di fare poesia. Dato che, dunque, non per capacità artistica compongono e declamano molte e belle poesie4 sui (vari) argomenti, ma per dono divino5, ciascuno (di loro è) capace di comporre bene soltanto ciò verso cui la Musa lo ispirò: l’uno ditirambi, l’altro encomi, l’altro iporchèmi, l’altro poemi epici, l’altro giambi: ma negli altri generi6 ciascuno di loro è mediocre.

 

Soluzione degli esercizi:

 

  • la causale oggettiva è:

        ;

  • i due hanno valore eventuale perché accompagnano un congiuntivo.

 


 

 

 

 



Nota 1
nota il gioco di parole, difficile da rendere in italiano, tra mèli (= miele) e mèle (= canti);

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Nota 2
cose vere;

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Nota 3
(prima) che il senno non sia più presente in lui;

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Nota 4
molte e belle cose;

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Nota 5
sorte divina;

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Nota 6
nelle altre cose (accusativo di relazione).

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