La vita è felice solo se è saggia, bella e giusta
Quando diciamo che il piacere è il fine (ultimo), non alludiamo ai piaceri dei dissoluti e ai1 (piaceri) che si trovano nel godimento (fisico), come ritengono taluni che ignorano (il nostro pensiero) e non sono d’accordo (con esso) o (lo) interpretano male, ma il non soffrire nel corpo e il non essere turbati nell’anima; infatti, non bevute e feste ininterrotte, né godersela con i ragazzini e con le donne, né godere dei pesci2 e di tutti gli altri piaceri che3 offre una tavola riccamente imbandita, procura(no) la vita piacevole, ma un ragionamento sobrio, che indaga le cause di ogni scelta e (di ogni) rifiuto e che dissipa le opinioni a causa delle quali un grandissimo turbamento4 s’impadronisce delle anime. E il principio di tutte queste cose, e il bene più grande, (è) la saggezza. Perciò anche della filosofia è un bene più prezioso5 la saggezza, dalla quale nascono tutte le altre virtù, poiché (essa) insegna che non è possibile vivere in modo piacevole senza (vivere) in modo saggio, bello e giusto, e non (è possibile vivere) in modo saggio, bello e giusto senza (vivere) in modo piacevole. Infatti le virtù sono connaturate alla vita piacevole6, e la vita piacevole7 è inseparabile da queste.
godimenti di ragazzini e di donne, né di pesci;
delle altre cose, quante;
moltissimo turbamento;
una cosa più preziosa;
al vivere piacevolmente;
il vivere piacevolmente.