Vercingetorige viene eletto capo di tutti i Galli - Cesare Vercingetorìge, figlio di Celtillo, Arverno, giovane di grandissimo prestigio, il cui padre aveva detenuto il sommo potere in1 tutta la Gallia e per questo motivo, (ossia) perché [oppure: (ossia per il fatto) che] aspirava al regno, era stato ucciso dai (suoi) concittadini, convocati i suoi clienti, (li) infiammò facilmente. Conosciuta la sua intenzione, si corre alle armi. Viene ostacolato da suo zio Gobannizione e dagli altri capi, che non ritenevano si dovesse tentare questa avventura, (e) viene cacciato dalla città di Gergovia. Tuttavia non si dà per vinto e nelle campagne tiene una leva di miserabili e disperati. Radunato questo contingente, guadagna alla sua causa tutti i cittadini che incontra2; (li) esorta a prendere le armi per la libertà comune, e, riunite grandi forze militari, espelle dalla città i suoi avversari, dai quali poco prima era stato cacciato. Viene proclamato re dai suoi. Manda dappertutto delle ambascerie; supplica (gli alleati) di mantenersi fedeli3. Rapidamente unisce a sé i Sènoni, i Parisii, i Pittoni, i Cadurci, i Turoni, gli Aulerci, i Lemovici, gli Andi e tutti gli altri che vivono sulla costa dell’Oceano4; per consenso generale5 il comando viene affidato a lui.
Soluzione dell'esercizio: Gli ablativi assoluti (tutti con valore temporale) sono:
Il valore dei due ut è completivo (non finale: non devi quindi tradurlo "affinché"!).
Nota 2
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