AMORE e MORTE
In quel medesimo tempo Ottavio Sagitta, tribuno della plebe, folle
d’amore per Ponzia, una donna sposata, tentò di comperarsi (1) con
ricchissimi doni (il suo) adulterio e poi l’abbandono del marito (2),
promettendole di sposarla (3) e accordandosi sulle nozze con lei. Ma la
donna, quando fu libera, (si mise a) cercare dei pretesti (creava
indugi), a tirare in ballo l’opposizione (4) del padre, e, non appena le
balenò la speranza (5) di un partito migliore, si rimangiò le promesse
(6). Ottavio, dal canto suo, un po’ la supplicava (si lamentava), un po’
la minacciava, protestando che il suo buon nome era distrutto,
(proclamando che la sua reputazione era rovinata e che) il suo
patrimonio dissipato (esaurito), e infine affidando la sua vita, la sola
cosa che gli fosse rimasta (7), al capriccio di lei. Ma poiché veniva
respinto, (le) chiese un’unica notte per consolarsi, di modo che,
placato da essa, potesse frenare il suo ardore in avvenire (8). Venne
stabilita la notte, e Ponzia affidò la sorveglianza della camera da
letto ad un’ancella (sua) complice. Lui, accompagnato da un solo
liberto, entrò portando con sé (9) un pugnale nascosto nella veste.
(Ecco) allora scenate e suppliche, rimproveri e scuse, come suole
(accadere) dove ci sono amore e rabbia (10); e una parte della notte fu
dedicata al piacere; ma (all’improvviso), come esaltato da esso (11),
egli trafisse con il pugnale (la donna), che non nutriva il minimo
sospetto (12), respinse, ferendola (13), l’ancella che accorreva (in suo
aiuto) e si precipitò fuori della stanza.
(1) si compera; (2) che lasciasse il marito; (3) il suo matrimonio; (4)
la volontà contraria; (5) trovata la speranza; (6) si spogliò delle
promesse; (7) la salvezza, che sola era rimasta; (8) placato dalla quale
usasse moderazione per l’avvenire; (9) porta dentro; (10) nell’amore e
nell’ira; (11) dal quale (= piacere) per così dire esaltato; (12) che
non temeva nulla; (13) con una ferita.
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