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Tipologia B
- Redazione di un saggio breve o di un articolo di
giornale |
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai
quattro ambiti proposti)
CONSEGNE:
Sviluppa l'argomento scelto o in
forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale", utilizzando i
documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del
saggio breve, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e
su questa base svolgi, argomentando la tua trattazione, anche con
opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da' al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane
una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo
scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento
culturale, altro) Se scegli la forma dell'articolo di giornale,
individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti
sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo pezzo. Da'
all'articolo un titolo appropriato e indica il tipo di giornale sul
quale ne ipotizzi la pubblicazione.
1. Ambito artistico
letterario
2. Ambito
socio-economico
3. Ambito
storico-politico
4. Ambito
tecnico-scientifico
1. Ambito artistico
letterario Argomento: Poeti e paesaggio
natio
Documenti:
Traversando la maremma toscana
Dolce paese, onde portai conforme
l'abito fiero e lo sdegnoso canto
e il petto ov'odio e amor mai non s'addorme,
pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.
Ben riconosco in te le usate forme
con gli occhi incerti tra 'l sorriso e il pianto;
e in quelle seguo de' miei sogni l'orme
erranti dietro il giovenile incanto.
Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano;
e sempre corsi e mai non giunsi il fine;
e dimani cadrò. Ma di lontano
pace dicono al cuor le tue colline
con le nebbie sfurimanti e il verde piano
ridente ne le piogge mattutine.
G. CARDUCCI, Rime
nuove, 1885
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I
pastori
Settembre, andiamo.
E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il l itoral
cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io co' miei pastori?
G. D'ANNUNZIO, Alcyone, 1903
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da Liguria
Liguria,
l'immagine di te sempre nel cuore,
mia terra, porterò, come chi parte
il rozzo scapolare che gli appese
lagrimando la madre.
Marchio d'amore nella carne; varia
come il tuo cielo ebbi da te l'anima,
Liguria, die hai d'inverno
cieli teneri come a primavera.
Brilla tra i fili della pioggia il sole,
bella che ridi
e d'improvviso in lagrime ti sciogli.
...
Ché non giovano, a dir di te, parole:
il grido del gabbiano nella schiuma
la collera del mare sugli scogli
è il solo canto che s'accorda a te.
C. SBARBARO, Rimanenze, 1922
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Trieste
Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con
gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena a l'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
lntorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
U.
SABA, Trieste e una donna, 1910-12 |
Addio,
monti sorgenti dall'acque...
Addio,
casa natìa... |
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2. Ambito
socio-economico Argomento: Il dibattito sulla evoluzione del
concetto di stato sociale
Documenti: "Il termine Welfare
State venne usato per la prima volta in Gran Bretagna dopo la prima
Guerra mondiale, per descrive il tipo di stato "ricostruito" dal
governo laburista col più ampio consenso. Il termine è sopravvissuto
alla caduta di quel governo (1951). (...) Il potere politico, nel
Welfare State, poteva essere impiegato per modificare, con mezzi
legislativi e amministrativi, il gioco delle forze del mercato in
tre possibili direzioni. 1) Garantire ai singoli e alle famiglie
un minimo reddito indipendente dal valore di mercato del loro lavoro
o dal loro patrimonio; 2) Ridurre l'insicurezza sociale mettendo
chiunque in grado di far fronte a difficili congiunture: malattia,
vechiaia, disoccupazione; 3) Garantire a tutti, senza distinzione
di classe e di reddito le miglori prestazioni possibili (l'ottimo
non il minimo) relativamente a un complesso di servizi
predeterminati".
A. Briggs "Welfare State: passato, presente,
futuro". Mondo Operaio II, 1985
"Lo stato-provvidenza realizzato
in Europa a partire dal 1945-46 ha cambiato natura e funzione.
Ancora tra le due guerre, il suo scopo era quello dell'assistenza,
di un riequilibrio precario delle disfunzioni sociali più evidenti,
nel quadro di una preoccupazione politica che consisteva nel
neutralizzare la lotta di classe nel momento di sviluppo della
grande industria (...) Dopo il 1945, l'incremento molto sensibile
delle spese sociali per il canale dello stato-provvidenza, appare
come uno dei motori necessari per dare impulso alla crescita
economica, mediante lo sviluppo della produttività del lavoro (...)
Il progresso sociale è una componente indispensabile dello sviluppo,
perché partecipa all'ampliamento del mercato interno, al
miglioramento della produttività lavorativa, contribuendo a una
ripresa degli investimenti, delle opportunità di lavoro e di
impiego".
F. Demier, "Lo stato sociale", in "Storia e dossier",
febbraio 1989
"L'attuale dibattito sulla crisi dello Stato
sociale e assistenziale non riguarda solo l'aumento degli oneri
finanziari. La critica è rivolta anche alla crescente
burocratizzazione, centralizzazione, professionalizzazione,
monetarizzazione e giuridificazione, collegate allo sviluppo dello
Stato sociale. E' difficilmente contestabile il fatto che lo Stato
sociale sia stato un forte motore di trasformazione della società ma
che, ampliando le funzioni pubbliche nel campo della sicurezza
sociale, abbia anche distrutto l'ambiente sociale, indebolito il
potenziale di iniziativa personale e limitato l'autonomia dei
singoli. L'individuo è stato assoggetato alle rgole disciplinatorie
dello Stato sociale ed ha perso la libera disponibilità su un'ampia
parte dei propri beni. Molti chiedono perciò di risolvere i problemi
sociali in modo più deciso, attaverso il mercato o riando slancio
alla funzione sociale dei gruppi, come le organizzazioni di
autotutela ed in particolare la famiglia. Quest'ultimo punto appare
tanto più necessario, in quanto, ad esempio, alcolizzati,
tossicodipendenti, malati di Aids o malati cronici necessitano non
solo di aiuto materiale ma anche, soprattutto, di dedizione
umana".
G. A. Ritter, "Storia dello Stato sociale", Roma-Bari
1996
"In realtà, si profila l'esigenza di ripartire dal basso
poiché, se è vero che la crescente articolazione e sofisticazione
della domanda dei cittadini ha rappresentato l'aspetto veramente
dirompente rispetto alla rottura del modello di welfare
tradizionale, statocentrico e monopolista, di fatto, nei processi di
ridefinizione organizzativa e funzionale del nostro modello di
politiche sociali gli utenti hanno svolto finora un ruolo del tutto
residuale (...) Invece, laddove i soggetti di offerta hanno operato
"sporcandosi le mani" con i bisogni sociali emergenti, anche
estremi, si sono registrati i risultati più importanti in termini di
innovazione dei modelli di intervento e qualità delle prestazioni
(emblematica sotto questo aspetto è tutta la vicenda del Terzo
settore nel campo dell'assistenza ai tossicodipendenti ed ai malati
di Aids, oppure negli interventi a favore dei minori,
ecc.)".
34°
rapporto annuale sulla situazione
sociale del Paese 2000 - Sintesi, Censis.
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3. Ambito storico-politico
Argomento: La
memoria storica tra custodia del passato e progetto per il
futuro.
Documenti:
"Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che
cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce,
salta di nuovo. E' così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno,
legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato
cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né
annoiato... L'uomo chiese una volta all'animale: 'Perché mi
guardi soltanto senza parlarmi della felicità?' L'animale voleva
rispondere e dice: 'Ciò avviene perché dimentico subito quello che
volevo dire' ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque:
così l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se
stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre
accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto
velocemente, la catena lo accompagna. E' un prodigio: l'attimo, in
un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un
niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un
istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del
tempo, cade, vola via - e improvvisamente rivola indietro, in grembo
all'uomo. Allora l'uomo dice 'mi ricordo'."
F.Nietzsche, "Considerazioni
inattuali Sull'utilità e il danno della storia per la vita",
1884.
"La distruzione del passato,
o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono
l'esperienza dei contemporanei a quello delle generazioni
precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli
ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine
del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel
quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo
in cui essi vivono. Questo fenomeno fa sì che la presenza e
l'attività degli storici, il cui compito è ricordare ciò che gli
altri dimenticano, siano ancor più essenziali alla fine del secondo
millennio di quanto mai lo siano state nei secoli scorsi. Ma proprio
per questo motivo gli storici devono essere più che semplici
cronisti e compilatori di memorie, sebbene anche questa sia la loro
necessaria funzione".
E.J.Hobsbawm,
"Il secolo breve", Milano 1997.
"Mai si è parlato tanto di memoria storica da
quando è caduto il muro di Berlino nell'autunno '89, e tuttavia
questo discorrere concitato restava ingabbiato nel nominalismo: i
fatti riesumati non erano che flatus vocis, il cui significato
sembrava essere destinato a sperdersi ([85]) La storia recente
dell'uomo europeo si riassume in questa incapacità di cadere nel
tempo e di conoscerlo. Di lavorare sulla memoria, ma anche di
oltrepassarla per estendere i confini e costruire su di essa ([85])
Quel che ci salva, che ci dà il senso del tempo, è il nostro 'esser
nani che camminano sulle spalle dei giganti'. I giganti sono le
nostre storie, i successivi e contraddittori volti che abbiamo avuto
in passato, e in quanto tali personificano il vissuto personale e
collettivo che ci portiamo dietro come bagagli. Dalle loro alte
spalle possiamo vedere un certo numero di cose in più, e un po' più
lontano. Pur avendola vista assai debole possiamo, col loro aiuto,
andare al di là della memoria e dell'oblio".
B. Spinelli, Il sonno della memoria,
Milano, 2001.
"La memoria è il rombo sordo del tempo,
scandisce il distacco dal passato per tentare di capire quel che è
accaduto".
E.Loewenthal,
"La Stampa", 2.1.2002.
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4.
Ambito tecnico-scientifico
Argomento: Conoscenza, lavoro e
commercio nell'era di INTERNET.
Documenti:
"Cento anni fa,
il 12 dicembre 1901, i tre punti del codice Morse che stanno per la
lettera 's' passarono per la prima volta da una sponda all'altra
dell'Atlantico, attraversarono l'etere. Non lngo un cavo sottomarino
ma nell'aria, da una stazione trasmittente in Cornovaglia ad una
piccola costruzione distante tremila chilometri con sopra, appeso a
un aquilone, un filo oscillante nel vento rabbioso del Canada.
Nacseva la radiotelegrafia a grande distanza. Il suo inventore,
Guglielmo Marconi, diventa di colpo famoso nel mondo. Da allora quel
nome significa progresso, cosmopolitismo, modernità".
G.M.Pace, "La Repubblica", 12 dicembre 2001
"Con lo
sviluppo delle tecnologie per il trattamento delle informazioni e
della telematica, la questione (quella del rapporto tra istanze
economiche e istanze dello Stato) rischia di divenire ancora più
spinosa. Ammettiamo per esempio che un'impresa come la IBM
(International Business Machines) sia autorizzata ad occupare un
corridoio orbitale attorno alla terra per piazzarvi dei satelliti di
cmunicazione e/o delle banche di dati. Chi vi avrà accesso? Chi
deciderà quali siano i canali e i dati riservati? Lo Stato? Oppure
esso sarà un utente come tutti gli altri? Nascono in tal modo nuovi
problemi giuridici e attraverso di essi si pone la domanda: chi
saprà? La trasformazione della natura del sapere può dunque generare
un effetto di retroazione nei confronti dei poteri pubblici
stabiliti tale da costringerli a riconsiderare i loro rapporti di
diritto e di fatto con le grandi imprese e più in generale con la
società civile".
J.F.Lyotard, "La condizione postmoderna", Milano 1989
"Dal lavoro interinale a quello su Internet. Non più
solo annunci sui quotidiani o sulle bacheche delle agnezie. Per chi
è alla ricerca di un impiego o desidera cambiare lavoro le proposte
non mancano. Grazie anche alle immancabili "partnership", parola che
indica le collaborazioni tra le agenzie di reclutamento web con siti
e portali, sia italiani sia esteri. (...) Pensati per ci cerca un
impiego o vuole cambiarlo, gli indirizzi di ricerca del personale
sono uno strumento rapido per fare incontrare la domanda con
l'offerta. Nati cinque anni fa negli Stati uniti e soltanto da tre,
con base in Scandinavia, sviluppatisi in Europa i primi siti di
ricerca del personale via Internet sono arrivati in Italia. Dove, a
tutt'oggi, ne esistono una ventina".
Supplemento a "Panorama", 15 novembre
2001
"Il commercio elettronico consiste nello
svolgimento di attività di business in via elettronica. Esso è
basato sulla elaborazione e trasmissione di dati, inclusi testi,
suoni e immagini. Ricomprende una molteplicità di attività,
inclusive di attività commeciali di beni e servizi, consegne online
di contenuti digitali, trasferimenti elettronici di fondi, scambi
commerciali elettronici, fatturazione elettronica, aste di vendita,
progettazione e sviluppo collaborativo tra partner,
approvvigionamenti, marketing diretto rivolto al consumatore e
servizi postvendita. Esso comprende sia prodotti (ad esempio, beni
di consumo o attrezzature specializzate), sia servizi (ad esempio
servizi informativi, finanziari e legali); attività tradizionali (ad
esempio, cure mediche, formazione) e nuove (ad esempio centri
commerciali virtuali) (European Commision 1997)".
A.Grando, "Commercio
elettronico e progettazione logistica. Una relazione sottovalutata",
Milano 2001.
"Allo
stesso modo io penso che siano stati rivoluzionari miglioramenti
tecnici, nei trasporti e nelle comunicazioni, realizzati dalla fine
della seconda guerra mondiale, ad aver consentito all'economia di
raggiungere gli attuali livelli di globalizzazione. (...) Anche
questo sviluppo non ci avrebbe portato molto lontano se non fossero
migliorati in parallelo, e in forme ancor più spettacolari, i
sistemi di informazione, che rendono possibile controllare il
processo produttivo dal centro, praticamente momento per momento.
(...)
Sappiamo
che questi processi informatici trasformano il mercato finanziario
internazionale creando un totale squilibrio tra l'economia reale del
mondo, la produzione di beni e servizi reali, e il fiume di
derivati, diritti, scommesse, insomma di tutte le transazioni
finanziarie che scorrono sui computer degli operatori. L'ammontare
di questo flusso finanziario è molte volte più grande del prodotto
totale reale del globo. Questo è dovuto alla tecnologia
dell'informazione che rende tutto ciò straordinariamente facile. E
rende addirittura possibile per gente comune (...) di entrare nel
mercato realizzando profitti, comprando e vendendo nell'arco della
giornata con promesse di pagamento senza trasferimenti reali di
denaro."
E.
J. HOSBAWM, Intervista sul nuovo secolo, Bari, 2000
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