Studia
con attenzione le nostre schede
su Epicuro,
sugli Stoici
e sul romanzo,
e poi
prova a rispondere alle seguenti domande:
Quesiti a scelta multipla
Segnare
una sola risposta fra quelle proposte
-
Quale
delle seguenti affermazioni rispecchia meglio il pensiero di Epicuro
sul piacere?
-
non
tutti i piaceri sono bene, non tutti i dolori sono male;
-
poiché
non esiste altro che la materia, il piacere è il fine della vita
umana;
-
il
piacere consiste in uno stato di equilibrio e di armonia degli
atomi;
-
il
piacere è essenzialmente assenza di dolore.
-
In
che cosa consiste la differenza fra la cosmologia della Prima Stoà
e quella della Seconda Stoà, e chi è il responsabile di questo
mutamento di prospettive?
-
si
elimina l'idea della ekpyrosis: cade di conseguenza anche la
"teoria dell'eterno ritorno"; responsabile di questa
svolta è Panezio;
-
viene
istituita una differenza fra "cause primarie" (non
modificabili dall'uomo) e "cause secondarie" (sulle quali
l'uomo può intervenire), soprattutto per tentare di risolvere l'aporìa
concettuale che consiste nell'ipotizzare la coesistenza del Fato e
del libero arbitrio; è Posidonio il responsabile di questa
correzione di rotta;
-
non
c'è alcuna differenza: gli interessi della Seconda Stoà sono
rivolti quasi esclusivamente all'etica; la concezione dell'universo
di Cleante non viene più messa in discussione dai pensatori
successivi;
-
il
Logos non è più considerato come unico responsabile
dell'esistenza dell'universo: vengono affiancate al Logos
numerose potenze divine intermedie, la cui imperfezione è
responsabile della presenza del male nel mondo; la svolta va
attribuita a Posidonio.
-
Da
quale elemento genetico evolverebbe il romanzo greco secondo il
Cataudella?
-
dalla
storiografia ellenistica di stampo "romanzesco" e
"tragico" (Clitarco, Filarco, Dùride), specialmente
quella imperniata intorno alla figura di Alessandro;
-
dai
progymnàsmata retorici, esercizi scolastici che venivano
praticati anche prima della Seconda Sofistica (cfr. Seneca il
Vecchio);
-
dal
culto di Iside ed Osiride: il romanzo sarebbe in sostanza un testo
sacro per iniziati;
-
dalla
rielaborazione di leggende locali (cfr. Aconzio e Cidippe in
Callimaco).
-
Per
Epicuro gli atomi:
-
sono
punti geometrici privi di effettiva consistenza fisica;
-
sono
qualitativamente identici ma quantitativamente differenziati,
forniti cioè di peso, grandezza e forma diversi;
-
sono
qualitativamente differenziati, forniti di peso e grandezza diversi,
ma hanno la stessa forma;
-
sono
qualitativamente e quantitativamente differenziati.
-
I
tòpoi riconoscibili nel movimento narrativo del romanzo
greco sono validi in relazione:
-
al
romanzo d'amore e d'avventura in genere;
-
a
tutti i sottogeneri del romanzo;
-
al
romanzo d’amore e d’avventura "casto";
-
al
romanzo d'avventura.
-
Per
Zenone:
-
il pensiero umano è in grado
di cogliere l’essenza del reale, purché articolato secondo un
ragionamento coerente e purché le conclusioni risultino logicamente
coerenti con le premesse date;
-
il criterio della conoscenza
è la sensazione (àisthesis), la quale è sempre vera proprio perché
alogica;
-
la sola verità possibile per
l'uomo è quella che deriva da un ragionamento articolato in maniera
corretta, ma tale verità rimane su un piano puramente logico, senza che si
possa sapere se abbia un effettivo rapporto con il piano ontologico;
-
deve intervenire nel
meccanismo conoscitivo il lògos, che, se l'impressione generata dai sensi
è del tutto evidente, dà il suo assenso alla rappresentazione,
determinando così la fantasia catalettica; solo quest'ultima è in
grado di cogliere in modo veritiero l'oggetto, tò òn.
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Chi, da lontano, vede una
torre quadrata e la giudica rotonda:
-
non sbaglia per colpa della
sensazione, ma per colpa dell'indebito intervento della ragione; egli potrà
rendersi conto della effettiva forma della torre solo grazie ai sensi,
avvicinandosi ed osservandola meglio;
-
sbaglia per colpa della
sensazione, che è sempre fallace;
-
sbaglia perché la fantasia
non è catalettica;
-
sbaglia perché la ragione
umana non è in grado di cogliere l’essenza delle cose: il pensiero pensa
sempre se stesso, anche quando crede di pensare la realtà esterna.
-
Per
quale motivo è da considerare impropria la definizione di
"romanzo" generalmente usata in relazione alle opere
narrative greche?
-
perché
l'andamento narrativo delle opere greche è notevolmente diverso da
quello dei romanzi moderni;
-
perché
non si tratta di veri e propri romanzi, ma dell'insieme di racconti
brevi riuniti all'interno di un racconto principale, che funge da
"cornice";
-
perché
il termine corretto per designare tali opere è ovviamente greco, ed
è dièghema;
-
perché
il termine "romanzo" è "ante litteram": esso
infatti designa le opere cavalleresche in lingua romanza.
-
Per Epicuro i piaceri
"naturali e non necessari":
-
possono essere eliminati
dall'esistenza senza che questa abbia a soffrirne e possono essere
soddisfatti o meno, a seconda delle reazioni individuali;
-
possono essere
soddisfatti sempre e comunque;
-
sono sostanzialmente falsi
bisogni, generalmente indotti dalle convenzioni sociali, e sono da evitare,
perché il turbamento che provocano è sempre superiore alla soddisfazione
che danno;
-
devono essere sempre
soddisfatti da chi voglia essere felice, senza falsi pudori morali.
-
Se io penso ad un asino che
vola:
-
sbaglio perché il mio
ragionamento non è logicamente corretto;
-
non posso assolutamente sapere
se sbaglio o no;
-
sbaglio perché è impossibile
formulare un ragionamento corretto a partire da cose non evidenti (tà
àdela);
-
può darsi che io formuli un
ragionamento logicamente corretto, e dunque vero, benché privo di
rispondenza nel reale.
-
Per gli Stoici la prospettiva
in cui si inserisce l’uomo:
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è rigorosamente
anti-teleologica: l’uomo è soltanto una fra le innumerevoli creature che
popolano l’universo, e non ha maggiore importanza di una formica;
-
è profondamente pessimistica:
l’uomo è una creatura imperfetta, incommensurabilmente inferiore rispetto
al lògos;
-
è teleologica: l’uomo è lo
scopo ed il re del creato, perché fra tutte le creature è quella che
dispone della maggior quantità di lògos in forma originaria;
-
è teleologica: l’uomo è
nato per soffrire, ma questa sofferenza è necessaria per giungere alla
comprensione della verità.
-
Perché
è stata respinta la tesi del Rohde sulle origini del romanzo?
-
per
l'eccessiva enfasi posta sull'elemento religioso;
-
essenzialmente
per motivi cronologici;
-
per
la sopravvalutazione di elementi etnografico-folklorici;
-
perché
fa derivare il romanzo da "short stories" come le novelle
milesie.
-
Per Epicuro la suprema
felicità consiste:
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nell'apàtheia;
-
nel
làthe biòsas;
-
nella
hedonè;
-
nell'ataraxìa.
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Per gli Stoici l’universo:
-
deriva da una immane
esplosione dell'energia originaria che pensava se stessa, segue un suo ciclo
scandito secondo un ordine necessario e provvidenziale e destinato a
concludersi con una conflagrazione universale (ekpyrosis), alla
quale farà seguito una serie di altri cicli del tutto identici;
-
è sempre stato e sempre
sarà: la materia è eterna, nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si
trasforma;
-
deriva da una immane
esplosione dell'energia originaria che pensava se stessa, segue un suo ciclo
scandito secondo un ordine necessario e provvidenziale e destinato a
concludersi con una conflagrazione universale (ekpyrosis), alla
quale farà seguito una serie di altri cicli sempre diversi;
-
deriva da una immane
esplosione dell'energia originaria che pensava se stessa, segue un suo ciclo
scandito secondo un ordine necessario e provvidenziale e destinato a
concludersi con una implosione finale (ekpyrosis), dopo la quale
sarà il nulla.
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Perché
"Leucippe e Clitofonte" occupa un posto a parte nella
letteratura romanzesca greca?
-
perché
l’autore, Achille Tazio, era un cristiano;
-
perché
l’atteggiamento dell’autore appare ambivalente, oscillante fra
la condivisione delle norme proprie del genere ed il distacco
ironico da esse;
-
perché
la linearità del racconto, tipica degli altri romanzi, è spezzata
dalla frequente inserzione di digressioni e dal recupero in flash-back
dell’antefatto;
-
perché
il racconto non è condotto dal solito narratore onnisciente, ma dal
protagonista stesso, Clitofonte, caratterizzato dall’autore come
un dissoluto vizioso, in aperta violazione del tòpos della
castità tipico del genere.
Risposte:
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