COMPLETIVE INTRODOTTE DA QUIN

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INTRODUTTORI:

quin = che, di, a (vedi sotto).

MODO DEL VERBO:

congiuntivo secondo le norme della consecutio temporum.

Fungono da complemento oggetto o da soggetto rispetto a proposizioni negative o interrogative retoriche di senso negativo.

Il loro introduttore è quin, il cui significato è negativo ("che non"), ma che va tradotto sempre affermativamente ("che").

Questa stranezza si spiega col fatto che in origine quin, derivante da qui (= quomodo) + non, significava "come non", "perché non"; il costrutto era paratattico ed il congiuntivo introdotto da quin era di natura potenziale; a partire da un originario non dubito: quin id iustum sit? (= non ho dubbi: come potrebbe non essere giusto questo?) è facile comprendere l’evoluzione verso non dubito quin id iustum sit (= non dubito che questo sia giusto).

Reggono la completiva con quin:

a. le espressioni di dubbio negative o di senso negativo, come non dubito, non est dubium, nemo dubitat, quis dubitat?, quis dubitet?, non abest suspicio (= non manca il sospetto), etc.

Con queste espressioni la completiva usa tutti i tempi del congiuntivo, poiché può esprimere un’azione contemporanea, anteriore o posteriore a quella della reggente.

Esempio:

num dubitas quin res publica peritura sit? = dubiti forse che lo Stato andrà in rovina?

non est dubium quin hoc dixerit = non c’è dubbio che abbia detto questo;

nemo dubitabat quin bonus esses = nessuno aveva dubbi che tu fossi buono.

b. alcune locuzioni particolari, di cui le più comuni sono:

fieri non potest quin = non si può fare a meno di

facere non possum quin = non posso fare a meno di

non multum (paulum, nihil) abest quin = poco (nulla) manca che

non moror, nullam interpono moram quin = non frappongo alcun indugio a

vix (aegre) abstineo (me contineo) quin = a stento mi trattengo dal

praeterire non possum quin = non posso mancare di

silentio praeterire non possum quin = non posso passare sotto silenzio che

nihil praetermitto (omitto) quin = non tralascio di

nullus intercidit dies quin = non passa giorno senza che

nullum praetermitto diem quin = non lascio passare giorno senza (+ infinito), etc.

Con tali espressioni si trova per lo più il congiuntivo presente o imperfetto, poiché la completiva esprime in genere un’azione contemporanea a quella della reggente.

Esempio:

vix abstineo quin tibi omnia dicam = mi trattengo a stento dal dirti tutto;

nullus intercidebat dies quin eam viderem = non passava giorno senza che io la vedessi.

 

Nota bene:

1) Non dubito, se costruito con l’infinito, significa "non esito a";

Esempio:

 non dubitavit id quod vellet facere = non esitò a fare ciò che voleva.

2) Facere non possum e fieri non potest reggono, oltre a quin, anche l’introduttore ut non (vedi completive con ut, ut non), ma cambiano significato:

facere non possum ut non = non posso far sì che non;

facere non possum quin = non posso fare a meno di;

fieri non potest ut non = non può accadere che non;

fieri non potest quin = non si può fare a meno di.

3) Quin può coesistere con una negazione: in tal caso la completiva acquista senso negativo;

Esempio:

 non est dubium quin hoc verum non sit = non c’è dubbio che ciò non sia vero (= è certo che ciò è falso).

 

CONSIGLI PRATICI DI TRADUZIONE:

Come puoi constatare dagli esempi, basterà che tu traduca sempre quin con "che, di" (tranne nelle espressioni nullus intercidit dies quin e nullum praetermitto diem quin: vedi sopra) e non potrai sbagliare.

Attenzione però a non confondere non dubito quin con dubito an (vedi interrogative indirette dubitative); la confusione sarebbe grave, perché an si traduce "se".

 

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