L'infinito usato in funzione nominale e non verbale, si comporta esattamente come un sostantivo di genere neutro.
Nei casi diretti esso può ricoprire il ruolo di soggetto, di complemento oggetto e di predicato nominale, ma può anche essere retto da una preposizione come inter, ex, pro, etc.; per i casi indiretti invece, rientra nella costruzione del gerundio (cfr. scheda);

Esempio: errare humanum est = sbagliare è umano.


  1. Se l'infinito è accompagnato da una determinazione che funge da predicato nominale riferita esclusivamente all'infinito e non ad un termine specifico, questa si mette in accusativo;

    Esempio: contentum suis rebus esse maximae sunt divitiae = essere contento delle proprie cose è una ricchezza grandissima.



  2. L'infinito semplice come soggetto si trova in dipendenza da verbi ed espressioni impersonali quali: necesse est, opus est, decet, dedecet, oportet, interest, refert, paenitet, piget, iuvet, etc.
    Nella traduzione lascerai l'infinito
    .


  3. L'infinito semplice come complemento oggetto si trova in dipendenza dai verbi servili e da tutti quei verbi che sono usati come servili, in quanto il loro senso viene completato appunto dall'infinito stesso.
    Perché si verifichi questa condizione occorre che il soggetto del verbo reggente e quello dell'infinito coincidano, se no l'infinito non sarà più usato come semplice complemento oggetto, bensì come il predicato verbale di una proposizione oggettiva o soggettiva.
    Tali verbi sono: possum, queo, nequeo = posso, non posso; volo, nolo, malo = voglio, non voglio, preferisco; debeo = devo; scio, nescio = so, non so; coepi, incipio, instituo = incomincio; desino, desisto = smettere; soleo, assuesco, consuesco = sono solito; statuo, constituo, decerno = stabilisco; dubito, vereor = esito; etc.
    Nella traduzione lascerai l'infinito da solo o preceduto dalle preposizioni "a" o "di" a seconda del verbo da cui è retto.

    Esempio: vincere scis Hannibal; victoria uti nescis = sai vincere Annibale, ma non sai sfruttare la vittoria;
    coeperunt hoc facere = incominciarono a fare ciò;
    Caesar proelium committere statuit = Cesare decise di attaccare battaglia.



  4. Nelle proposizioni principali quando gli eventi narrati diventano particolarmente drammatici, si usa l'infinito storico (o narrativo o descrittivo) invece del verbo di modo finito.
    Esso sostituisce l'imperfetto o più raramente il perfetto e in italiano si traduce quasi sempre con l'imperfetto indicativo in quanto esprime un'azione per lo più durativa. Lo si riconosce facilmente perché ha il soggetto in nominativo ed è indipendente, cioè non è retto da nessun verbo né espresso, né sottinteso.

    Esempio: Catilina in prima acie vorsari, laborantibus succurrere, integros pro sauciis arcessere, omnia providere, multum ipse pugnare, saepe hostem ferire = Catilina si aggirava nelle prime file, soccorreva quelli in difficoltà, faceva venire (soldati) integri al posto dei feriti, provvedeva a tutto, combatteva egli stesso molto, spesso feriva un nemico.


  5. Simili al precedente sono l'infinito esclamativo e l'infinito interrogativo: essi esprimono sdegno, stupore e meraviglia in forma esclamativa o interrogativa (con l'enclitica -ne) e hanno il soggetto in accusativo.
    Poiché sono anch'essi infiniti indipendenti, non possono essere scambiati per i verbi di una proposizione infinitiva. Il tempo dell'infinito è il presente o il perfetto.

    Esempio: mene incepto desistere victam? = rinunciare io, vinta, al (mio) proposito?
    te in tantas aerumnas propter me incidisse! = tu essere caduta in tante disgrazie per causa mia!




CONSIGLI PRATICI DI TRADUZIONE:
L'infinito presente o perfetto usato in funzione nominale, con il valore di soggetto o di complemento oggetto, ha il suo esatto corrispondente anche in italiano: basterà che tu lo traduca alla lettera con l'infinito presente o passato (vedi punti 2) e 3)). Lo stesso discorso vale anche per l'infinito esclamativo e per quello interrogativo. L'infinito storico si traduce invece con l'imperfetto indicativo. L'importante è che tu non confonda questi infiniti con quelli delle proposizioni oggettive o soggettive!



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