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Genitivo che dipende da un sostantivo  

a) Genitivo dichiarativo o epesegetico;

b) Genitivo possessivo;

c) Genitivo di pertinenza (o convenienza);

d) Genitivo soggettivo e genitivo oggettivo;

e) Genitivo partitivo;

f)  Genitivo di qualità.

 

a) Genitivo dichiarativo o epesegetico

Serve a spiegare precisandolo il sostantivo generico che lo regge:  

Es.: Arbor mali = L'albero del melo (= il genitivo mali spiega e precisa di che albero si tratti);

       Flos rosae = Il fiore della rosa.

 

Nota bene:

- i sostantivi mensis, urbs, insula, flumen, ecc. accompagnati da un nome proprio concordano con tale nome proprio:  

Es.: Urbs Roma = la città di Roma; mensis Aprilis = il mese di Aprile;

- il sostantivo nomen può avere più costrutti:

a. l'espressione nomen habere = "avere il nome" regge l'accusativo se è seguita da un nome proprio; regge il genitivo se è seguita da un nome comune:

Es.: Frater meus nomen habet Titum = Mio fratello ha il nome di Tito; Eius frater nomen sapientis habet = Suo fratello ha il nome di sapiente;

b. l'espressione alicui nomen esse = "chiamarsi" regge il nominativo o il dativo del nome proprio da cui è seguita:

Es.: Mihi nomen est Marius o Mario (= il nome proprio concorda in nominativo con nomen o in dativo con mihi) = Mi chiamo Mario;

c. l'espressione alicui nomen dare = "dare a qualcuno il nome" regge l'accusativo o il dativo del nome proprio da cui è seguita:

Es.: Mihi nomen dederunt Marium o Mario (= il nome proprio concorda in accusativo con nomen o in dativo con mihi) = Mi diedero il nome Mario.

   

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b) Genitivo possessivo

Serve a determinare l'appartenenza di qualcosa a qualcuno e corrisponde in linea di massima al complemento di specificazione. Esso può essere retto da un sostantivo o da un verbo:

es.: Illius hominis sententia nota est = Il parere di quell'uomo è noto;

Omnia quae mulieris fuerunt, viri fiunt dotis nomine = Tutte le cose che furono della moglie (= possessivo), diventano del marito (= possessivo) col nome di dote (= epesegetico)

Nota bene:

- il genitivo possessivo si può esprimere anche con un aggettivo corrispondente:  

es.: domus patria = domus patris  = la casa paterna = la casa di (mio) padre;

- spesso i sostantivi filius, filia, uxor, servus, templum, ecc. che reggono un genitivo possessivo espresso da un nome proprio, vengono sottintesi:  

es.: Hannibal Hamilcaris Carthaginiensis fuit = Annibale (figlio) di Amilcare era Cartaginese;

Ventum erat ad Vestae = Si era giunti al (tempio) di Vesta;

 

- un particolare genitivo possessivo è quello retto da un pronome neutro:  

es.: Illud Platonis commemoro = ricordo quel (detto) di Platone.

 

 

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c) Genitivo di pertinenza (o convenienza)

Si trova in dipendenza dal verbo sum ed è rappresentato da un nome comune o proprio di persona o da un nome astratto. Esso serve ad esprimere in latino le locuzioni italiane "è compito di, è dovere di, è proprio di, spetta a" oppure "è prova di, è indizio di, è segno di".

es.: Strenui militis est forti animo pugnare = È dovere di un soldato valoroso combattere con coraggio;

Stultitiae est aliorum vitia cernere, oblivisci suorum = È segno di stoltezza osservare i vizi altrui e dimenticare i propri.

Nota bene:

- l'espressione "è mio, tuo, nostro, vostro compito, dovere, ecc." si rende con il neutro del possessivo: meum, tuum nostrum, vestrum est; invece "è suo, loro compito, dovere, ecc." si rende con eius, eorum, earum est a meno che tale espressione non si trovi in una proposizione oggettiva e sia riferita al soggetto della reggente:  

es.: Nostrum est verum dicere = È nostro dovere dire la verità;

Eius est verum dicere = È suo dovere dire la verità;

Adfirmabant suum esse verum dicere = Affermavano che era loro dovere dire la verità.

 - l'espressione-tipo "è mio dovere di padre" si traduce in latino meum est patris oppure meum est qui pater sum.

 

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d) Genitivo soggettivo e genitivo oggettivo

La frase latina amor patris = "l'amore del padre" può significare sia l'amore che il padre ha ad es. verso i suoi figli, sia l'amore che i figli hanno verso il padre. Poiché nel primo caso è il padre che ama, patris è un genitivo soggettivo, in quanto ha la funzione ideale di soggetto, poiché invece nel secondo caso sono i figli che amano il padre, patris è genitivo oggettivo, in quanto ha la funzione ideale di complemento oggetto. Solo il contesto potrà farti capire di che genitivo si tratti, permettendoti di tradurlo nel modo migliore: tradurrai infatti il genitivo soggettivo come un normale complemento di specificazione, tradurrai invece il genitivo oggettivo con le espressioni "verso, nei confronti di, contro, ecc."

Es.: Metus hostium totum exercitum ceperat = La paura nei confronti dei nemici si era impadronita di tutto l'esercito

Metus hostium manifestus omnibus apparuit = La paura dei nemici apparve manifesta a tutti.

 

Nota bene:

La frase "ricordo di noi" può significare sia "il ricordo che noi abbiamo di qualcuno", sia "il ricordo che qualcuno ha di noi". Il latino distingue i significati e precisamente nel primo caso usa l'aggettivo possessivo: es.: nostra (mea, tua, vestra) memoria; nel secondo caso usa il genitivo oggettivo: es.:  memoria nostri (mei, tui, vestri). Se nostri e vestri sono preceduti da omnium per analogia di suono si usa omnium nostrum, omnium vestrum senza più distinzione.

 

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e) Genitivo partitivo

Indica il tutto di cui il termine che lo regge specifica una parte.  

Si distinguono due tipi di genitivo partitivo come risulta dalla tabella:

rispetto al numero  

(es.: pochi dei nemici, tre di noi)  

retto da:

- aggettivi e pronomi indefiniti (aliquis, quisque, nemo, quicumque, ecc.), aggettivi e pronomi interrogativi (quis? uter, ecc.).

Es.: Quicumque vestrum fugerit, ignavus iudicabitur = Chiunque di voi fuggirà, sarà giudicato un vigliacco;

- superlativi relativi e comparativi:

Es.: Marius optimus omnium discipulorum est = Mario è il migliore di tutti gli allievi;

Marius maior fratrum est = Mario è il maggiore dei (due) fratelli 

- numerali:

Es.: Tria milia hostium in pugna occiderunt = Nella battaglia caddero tremila nemici.

- avverbi di luogo (eo, ubi, ubinam ecc.):

Es.: Ubinam gentium natus est iste? = Tra quali genti mai (= dove mai delle genti) è nato costui?

- sostantivi che indicano numero (pars, multitudo, numerus, ecc.):

Es.: Magna pars hominum infelix est = Una gran parte degli uomini è infelice  

 

rispetto alla quantità  

(es.: una gran quantità di denaro)  

  retto da:

- sostantivi che indicano quantità o misura (amphora = anfora, modius = moggio, acervus = mucchio, copia = abbondanza, vis, pondus = quantità):

Es.: Magnum pondus auri = Una grande quantità di oro

- pronomi neutri e aggettivi neutri sostantivati (in caso nominativo o accusativo) indicanti quantità (multum, paulum, plus, minus, plurimum, tantum, quantum, aliquantum, nihil, aliquid, quid, id):

Es.:  Multum pecuniae tibi datum est = Ti è stato dato molto denaro (= molto di denaro);

Nihil pietatis in hostium vultu apparuit = Non apparve nessuna pietà sul volto dei nemici.

- avverbi di quantità (parum = poco, satis = abbastanza, ecc.) in funzione di soggetto o oggetto:

Es.: Satis pecuniae mihi est = Ho abbastanza denaro  

 

   

Nota bene:

- dopo i numerali e i pronomi indefiniti invece del genitivo partitivo si trova spesso e, ex, de + ablativo:

es.: Unus e filiis captus est = Fu catturato uno dei figli;

Uterque dux in proelio cecidit = Entrambi i comandanti caddero in battaglia  

- uter, uterque, neuter seguiti da un pronome reggono il genitivo, seguiti da un sostantivo concordano con esso:  

es.: Uterque dux in proelio cecidit = Entrambi i comandanti caddero in battaglia;

Neuter eorum venit = Non venne nessuno di loro due.

- plerique, pleraeque, pleraque (= la maggior parte) seguiti da un pronome reggono il genitivo, seguiti da un sostantivo concordano con esso, ma possono anche reggere il genitivo:

es.: Plerique eorum = la maggior parte di loro;

Plerique milites o plerique militum = la maggior parte dei soldati.

- un aggettivo retto dai pronomi aliquid e nihil concorda con questi se è della seconda classe, si mette in genitivo (ma può anche concordare) se è della prima classe. Se vi sono più aggettivi di classi diverse, prevale la costruzione del primo di questi aggettivi:  

es.: Nihil novi (novus, a, um = aggettivo della prima classe) = Nulla di nuovo;

Nihil utile (utilis, e = aggettivo della seconda classe) = Nulla di utile;

Aliquid illustre et dignum memoria (= prevale la costruzione di illustre) = Qualcosa di illustre e di degno di memoria;  

Aliquid boni et illustris (= prevale la costruzione di boni) = Qualcosa di buono e di illustre.

   

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f) Genitivo di qualità

Indica le qualità fisiche e morali o le caratteristiche di una persona o cosa ed è sempre accompagnato da un attributo. Il latino per le qualità fisiche o transitorie può anche usare l'ablativo  

Es.: Vir magnae constantiae = Uomo di grande costanza (= qualità morale: genitivo);

Senex promissa barba = Un vecchio dalla lunga barba (= qualità fisica: ablativo).

Nota bene:

Viene considerato di qualità anche il genitivo che indica età, durata, numero, misura, peso, prezzo, genere, famiglia, classe sociale, ecc.:

es.: Senex nonaginta annorum = Un vecchio di ottant'anni;

Fossa duodecim pedum = Una fossa di dodici piedi;

Homo nobilissimae familiae = Un uomo di nobilissima famiglia;

Tridui mora = Una tregua di tre giorni.

 

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