Terza prova di greco

 

Studia con attenzione le nostre schede su Epicuro, sugli Stoici e sul romanzo, e poi prova a rispondere alle seguenti domande:

 

Quesiti a scelta multipla

Segnare una sola risposta fra quelle proposte

 

  1. Quale delle seguenti affermazioni rispecchia meglio il pensiero di Epicuro sul piacere?

  1. non tutti i piaceri sono bene, non tutti i dolori sono male;

  2. poiché non esiste altro che la materia, il piacere è il fine della vita umana;

  3. il piacere consiste in uno stato di equilibrio e di armonia degli atomi;

  4. il piacere è essenzialmente assenza di dolore.

 

  1. In che cosa consiste la differenza fra la cosmologia della Prima Stoà e quella della Seconda Stoà, e chi è il responsabile di questo mutamento di prospettive?

  1. si elimina l'idea della ekpyrosis: cade di conseguenza anche la "teoria dell'eterno ritorno"; responsabile di questa svolta è Panezio;

  2. viene istituita una differenza fra "cause primarie" (non modificabili dall'uomo) e "cause secondarie" (sulle quali l'uomo può intervenire), soprattutto per tentare di risolvere l'aporìa concettuale che consiste nell'ipotizzare la coesistenza del Fato e del libero arbitrio; è Posidonio il responsabile di questa correzione di rotta;

  3. non c'è alcuna differenza: gli interessi della Seconda Stoà sono rivolti quasi esclusivamente all'etica; la concezione dell'universo di Cleante non viene più messa in discussione dai pensatori successivi;

  4. il Logos non è più considerato come unico responsabile dell'esistenza dell'universo: vengono affiancate al Logos numerose potenze divine intermedie, la cui imperfezione è responsabile della presenza del male nel mondo; la svolta va attribuita a Posidonio.

 

  1. Da quale elemento genetico evolverebbe il romanzo greco secondo il Cataudella?

  1. dalla storiografia ellenistica di stampo "romanzesco" e "tragico" (Clitarco, Filarco, Dùride), specialmente quella imperniata intorno alla figura di Alessandro;

  2. dai progymnàsmata retorici, esercizi scolastici che venivano praticati anche prima della Seconda Sofistica (cfr. Seneca il Vecchio);

  3. dal culto di Iside ed Osiride: il romanzo sarebbe in sostanza un testo sacro per iniziati;

  4. dalla rielaborazione di leggende locali (cfr. Aconzio e Cidippe in Callimaco).

 

  1. Per Epicuro gli atomi:

  1. sono punti geometrici privi di effettiva consistenza fisica;

  2. sono qualitativamente identici ma quantitativamente differenziati, forniti cioè di peso, grandezza e forma diversi;

  3. sono qualitativamente differenziati, forniti di peso e grandezza diversi, ma hanno la stessa forma;

  4. sono qualitativamente e quantitativamente differenziati.

 

  1. I tòpoi riconoscibili nel movimento narrativo del romanzo greco sono validi in relazione:

  1. al romanzo d'amore e d'avventura in genere;

  2. a tutti i sottogeneri del romanzo;

  3. al romanzo d’amore e d’avventura "casto";

  4. al romanzo d'avventura.

 

  1. Per Zenone:

  1. il pensiero umano è in grado di cogliere l’essenza del reale, purché articolato secondo un ragionamento coerente e purché le conclusioni risultino logicamente coerenti con le premesse date;

  2. il criterio della conoscenza è la sensazione (àisthesis), la quale è sempre vera proprio perché alogica;

  3. la sola verità possibile per l'uomo è quella che deriva da un ragionamento articolato in maniera corretta, ma tale verità rimane su un piano puramente logico, senza che si possa sapere se abbia un effettivo rapporto con il piano ontologico;

  4. deve intervenire nel meccanismo conoscitivo il lògos, che, se l'impressione generata dai sensi è del tutto evidente, dà il suo assenso alla rappresentazione, determinando così la fantasia catalettica; solo quest'ultima è in grado di cogliere in modo veritiero l'oggetto, tò òn.

 

  1. Chi, da lontano, vede una torre quadrata e la giudica rotonda:

  1. non sbaglia per colpa della sensazione, ma per colpa dell'indebito intervento della ragione; egli potrà rendersi conto della effettiva forma della torre solo grazie ai sensi, avvicinandosi ed osservandola meglio;

  2. sbaglia per colpa della sensazione, che è sempre fallace;

  3. sbaglia perché la fantasia non è catalettica;

  4. sbaglia perché la ragione umana non è in grado di cogliere l’essenza delle cose: il pensiero pensa sempre se stesso, anche quando crede di pensare la realtà esterna.

 

  1. Per quale motivo è da considerare impropria la definizione di "romanzo" generalmente usata in relazione alle opere narrative greche?

  1. perché l'andamento narrativo delle opere greche è notevolmente diverso da quello dei romanzi moderni;

  2. perché non si tratta di veri e propri romanzi, ma dell'insieme di racconti brevi riuniti all'interno di un racconto principale, che funge da "cornice";

  3. perché il termine corretto per designare tali opere è ovviamente greco, ed è dièghema;

  4. perché il termine "romanzo" è "ante litteram": esso infatti designa le opere cavalleresche in lingua romanza.

 

  1. Per Epicuro i piaceri "naturali e non necessari":

  1. possono essere eliminati dall'esistenza senza che questa abbia a soffrirne e possono essere soddisfatti o meno, a seconda delle reazioni individuali;

  2. possono essere soddisfatti sempre e comunque;

  3. sono sostanzialmente falsi bisogni, generalmente indotti dalle convenzioni sociali, e sono da evitare, perché il turbamento che provocano è sempre superiore alla soddisfazione che danno;

  4. devono essere sempre soddisfatti da chi voglia essere felice, senza falsi pudori morali. 

 

  1. Se io penso ad un asino che vola:

  1. sbaglio perché il mio ragionamento non è logicamente corretto;

  2. non posso assolutamente sapere se sbaglio o no;

  3. sbaglio perché è impossibile formulare un ragionamento corretto a partire da cose non evidenti (tà àdela);

  4. può darsi che io formuli un ragionamento logicamente corretto, e dunque vero, benché privo di rispondenza nel reale.

 

  1. Per gli Stoici la prospettiva in cui si inserisce l’uomo:

  1. è rigorosamente anti-teleologica: l’uomo è soltanto una fra le innumerevoli creature che popolano l’universo, e non ha maggiore importanza di una formica;

  2. è profondamente pessimistica: l’uomo è una creatura imperfetta, incommensurabilmente inferiore rispetto al lògos;

  3. è teleologica: l’uomo è lo scopo ed il re del creato, perché fra tutte le creature è quella che dispone della maggior quantità di lògos in forma originaria;

  4. è teleologica: l’uomo è nato per soffrire, ma questa sofferenza è necessaria per giungere alla comprensione della verità.

 

  1. Perché è stata respinta la tesi del Rohde sulle origini del romanzo?

  1. per l'eccessiva enfasi posta sull'elemento religioso; 

  2. essenzialmente per motivi cronologici; 

  3. per la sopravvalutazione di elementi etnografico-folklorici; 

  4. perché fa derivare il romanzo da "short stories" come le novelle milesie. 

 

  1. Per Epicuro la suprema felicità consiste:

  1. nell'apàtheia

  2. nel làthe biòsas

  3. nella hedonè

  4. nell'ataraxìa.

 

  1. Per gli Stoici l’universo:

  1. deriva da una immane esplosione dell'energia originaria che pensava se stessa, segue un suo ciclo scandito secondo un ordine necessario e provvidenziale e destinato a concludersi con una conflagrazione universale (ekpyrosis), alla quale farà seguito una serie di altri cicli del tutto identici;

  2. è sempre stato e sempre sarà: la materia è eterna, nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma;

  3. deriva da una immane esplosione dell'energia originaria che pensava se stessa, segue un suo ciclo scandito secondo un ordine necessario e provvidenziale e destinato a concludersi con una conflagrazione universale (ekpyrosis), alla quale farà seguito una serie di altri cicli sempre diversi;

  4. deriva da una immane esplosione dell'energia originaria che pensava se stessa, segue un suo ciclo scandito secondo un ordine necessario e provvidenziale e destinato a concludersi con una implosione finale (ekpyrosis), dopo la quale sarà il nulla.

 

  1. Perché "Leucippe e Clitofonte" occupa un posto a parte nella letteratura romanzesca greca?

  1. perché l’autore, Achille Tazio, era un cristiano;

  2. perché l’atteggiamento dell’autore appare ambivalente, oscillante fra la condivisione delle norme proprie del genere ed il distacco ironico da esse;

  3. perché la linearità del racconto, tipica degli altri romanzi, è spezzata dalla frequente inserzione di digressioni e dal recupero in flash-back dell’antefatto;

  4. perché il racconto non è condotto dal solito narratore onnisciente, ma dal protagonista stesso, Clitofonte, caratterizzato dall’autore come un dissoluto vizioso, in aperta violazione del tòpos della castità tipico del genere.

 

Risposte: 

 

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