Studia
con attenzione le nostre schede
su Seneca
e Petronio
e poi
prova a rispondere alle seguenti domande:
Quesiti a scelta multipla
Segnare
una sola risposta fra quelle proposte
SENECA
-
Quale
delle seguenti serie di dati biografici risulta interamente corretta
in riferimento a Seneca?
-
nato
a Cordova in Spagna nel 5 a.C., entrò a far parte della setta dei
Sestii e perciò fu costretto all’esilio da Tiberio, tornò a Roma
sotto Caligola, fu di nuovo esiliato da Claudio con l’accusa di
adulterio, rimase per 8 anni in Sardegna, di dove fu richiamato
grazie ad Agrippina; fu precettore di Nerone; emarginato da Nerone
dopo la morte di Burro, si ritirò a vita privata, si sposò con la
giovanissima Paolina, fu coinvolto nella congiura dei Pisoni e si
diede la morte nel 66 d.C.;
-
nato
a Cordova in Spagna nel 5 a.C., fu esiliato da Claudio con l’accusa
di adulterio, rimase per 8 anni in Corsica, di dove fu richiamato
grazie a Messalina; fu precettore di Nerone, al quale dedicò il De
clementia; dopo la morte di Burro si ritirò a vita privata, fu
ingiustamente accusato di essere coinvolto nella congiura dei Pisoni
e si diede la morte nel 65 d.C.;
-
nato
a Cordova in Spagna nel 5 a.C., entrò a far parte della setta dei
Sestii, fu costretto all’esilio da Tiberio e poi da Caligola, tornò a Roma, fu precettore di Nerone ed affiancò Agrippina e Burro
nella gestione del potere per cinque anni; emarginato da Nerone dopo
la morte di Burro, si ritirò a vita privata, si sposò con la
giovanissima Paolina, fu coinvolto nella congiura dei Pisoni e si
diede la morte nel 65 d.C.;
-
nato
a Cordova in Spagna nel 5 a.C., fu esiliato da Claudio con l’accusa
di adulterio, rimase per 8 anni in Corsica, di dove fu richiamato
grazie ad Agrippina; fu poi precettore di Nerone ed affiancò
Agrippina e Burro nella gestione del potere per cinque anni;
emarginato da Nerone dopo la morte di Burro, si ritirò a vita
privata, fu coinvolto nella congiura dei Pisoni e si diede la morte
nel 65 d.C.
-
Per
Seneca, nel De clementia, il principato è:
-
un
male necessario;
-
una
forma di governo non negativa in sé, ma inevitabilmente soggetta a
degenerazione;
-
la
forma istituzionale che meglio rispecchia l’ordinamento cosmico;
-
una
forma di governo in sé negativa.
-
Nel
De ira Seneca sostiene che:
-
l'ira
è da evitare come tutte le emozioni: essa è semplicemente
desiderio di punizione che si esprime in modo sbagliato; la giusta
volontà punitiva è invece una lucida vendetta compiuta "a
freddo";
-
in
base ai princìpi stoici, tutto ciò che non è razionale è male e
va evitato: quindi non è condivisibile la tesi
aristotelico-peripatetica che vede nell’ira uno strumento di
stimolo all'azione;
-
l’ira
è l’unica emozione positiva, perché chi non si adira di fronte
alle ingiustizie è privo di senso morale;
-
l’ira
non è in sé positiva, ma può avere conseguenze positive, perché
stimola all’azione.
-
Nel
De vita beata Seneca non afferma che:
-
la
sofferenza non è un male, è anzi necessaria all'uomo per
migliorarsi;
-
la
felicità si identifica con la virtus, ossia in sostanza con
la razionalità;
-
il
filosofo non deve
personalmente incarnare la verità, bensì solo indicarla agli
altri;
-
la
felicità, considerata come il sommo bene dalle filosofie
ellenistiche, si ottiene attraverso il piacere ed il rifiuto della
sofferenza, identificata con il male.
-
L’unico
fra i Dialogi di Seneca che sia scritto in forma
effettivamente dialogica è:
-
il
De otio;
-
il
De tranquillitate animi;
-
il
De constantia sapientis;
-
il
De brevitate vitae.
-
Le
Naturales quaestiones sono:
-
un
tentativo di collegare scienza e morale, com’è evidente dalla
struttura delle singole quaestiones, ciascuna introdotta da
un problema di carattere etico e conclusa da una specie di
"morale";
-
un
trattato di morale in cui Seneca dimostra che l’etica ha un
fondamento naturale, poiché la natura è Logos;
-
un’opera
a carattere divulgativo, in cui Seneca raccoglie acriticamente
informazioni scientificamente fondate e notizie prive di
attendibilità;
-
un
dialogo immaginario tra Seneca e la Natura, alla quale l’autore
immagina di porre una serie di domande (= quaestiones).
-
Quale
fra le seguenti affermazioni non risulta vera in riferimento
alle tragedie di Seneca?
-
se
le tragedie senecane rientrano nel progetto pedagogico di educazione
del princeps, sono databili ai primi anni del principato di
Nerone; se invece si tratta di un ripiego artistico del Seneca
deluso dalla politica, sono databili agli ultimi anni della sua
vita;
-
l'uccisione
dei figli di Medea in scena e lo stile tipico della recitatio
inducono buona parte della critica a ritenere che le tragedie di
Seneca non fossero destinate alla rappresentazione;
-
la
Phaedra di Seneca non deriva da un originale greco a noi
noto;
-
il
tragico in Seneca è tematico piuttosto che ideologico.
-
l
significato di Apokolokyntosis è probabilmente:
-
"trasformazione
in zucca": infatti nel corso dell’opera l’imperatore
Claudio, dopo essere morto, invece di essere assunto fra gli dèi,
viene assunto fra le zucche (o gli zucchini);
-
"apoteosi
di uno zuccone": infatti Claudio si ostina a non voler capire
che è morto e cerca di continuo di ritornare in vita;
-
"infinocchiatura":
infatti per Claudio l'apoteosi è una vera fregatura (egli non sarà
affatto divinizzato);
-
"inzuccatura":
infatti Claudio, dopo la morte, viene condannato a reincarnarsi in
una zucca.
PETRONIO
-
L’andamento
narrativo del Satyricon è:
-
lineare,
a superamento di ostacoli;
-
labirintico,
a trappole;
-
"a
cornice", interrotto da continue fabulae Milesiae;
-
lineare,
ma spezzato dalla frequente inserzione di digressioni e dal recupero
in flash-back dell’antefatto.
-
Quale
fra le seguenti affermazioni è sicuramente sbagliata in riferimento
al Satyricon?
-
il
Satyricon ha in comune con la "satira menippea" la
forma prosimetrica, l’alternanza dei registri stilistici, la
varietà dei tipi umani, la struttura narrativa "a
blocchi";
-
il
Satyricon potrebbe configurarsi come un rifacimento ironico
dell’Odissea: rimandano infatti al precedente omerico la
persecuzione da parte della divinità offesa, i naufragi, gli
incontri con grandi seduttrici e la presenza di un eroe ingegnoso e
padrone della situazione;
-
il
Satyricon potrebbe essere una parodia del romanzo greco d’amore
e d’avventura, un genere caratterizzato da una estrema
ripetitività di trame e di situazioni e da una forte idealizzazione
dell’amore, rispetto al quale Petronio avrebbe costruito un’opera
antifrastica, con l’intento di smascherarne la povertà inventiva;
-
il
Satyricon non ricalca in chiave parodica tutti i tòpoi
del romanzo greco, come dimostra il fatto che la coppia
Encolpio-Gìtone appare quasi sempre insieme, mentre nel romanzo
greco è di regola separata dal destino e si ricongiunge soltanto
alla fine.
-
Qual
è la cronologia interna del Satyricon?
-
non
è possibile avanzare alcuna ipotesi al riguardo: l’ambientazione
del romanzo è troppo generica;
-
le
vicende del Satyricon sono chiaramente riferibili al periodo
della dinastia flavia: in particolare, l’accenno all’eruzione
del Vesuvio del 79 d.C. riporta al regno di Vespasiano;
-
il
Satyricon è ambientato in una non meglio identificata città
greca nel III secolo a.C.;
-
ogni
allusione storica, sociale, politica, giuridica, economica contenuta
nel Satyricon fa riferimento all’epoca giulio-claudia, e
comunque ad un periodo non successivo a quello neroniano.
-
Il
Petronio autore del Satyricon potrebbe essere identificato
con l’omonimo cortigiano di Nerone perché:
-
la
lingua del Satyricon, almeno per quel che riguarda la
"cena di Trimalcione", è quella dell’età neroniana, a
noi nota attraverso altri autori;
-
qualche
testimonianza antica ammette esplicitamente l’identificazione fra
i due personaggi;
-
il
ritratto tacitiano del Petronio vissuto alla corte di Nerone è
assolutamente in sintonia con la sensibilità estetica e con il
gusto della provocazione paradossale propri dell’autore del Satyricon;
-
Tacito
fa cenno ad una attività di letterato del Petronio neroniano.
-
Trimalcione
è:
-
un
nobile decaduto che vive dell’ostentazione della sua grandezza
passata;
-
un
raffinato esteta che si circonda di coreografie spettacolari per
lenire il tedio esistenziale;
-
un
liberto arricchito con pretese di cultura;
-
un
ricco borghese che confonde il cattivo gusto con la raffinatezza.
-
Quale
di queste affermazioni rispecchia in pieno alcuni avvenimenti
relativi alla trama del Satyricon?
-
nel
finale del frammento in nostro possesso Encolpio, Eumolpo e Gìtone
s'imbarcano su una nave diretta a Taranto, di proprietà di Lica e
di sua moglie Trifèna, e vengono accolti amichevolmente grazie al
fatto che Trifèna, un tempo amante di Encolpio, ha ora un debole
per Gìtone. All’improvviso si scatena una tempesta: Lica cade in
mare ed annega; Trifèna si mette in salvo su di una scialuppa;
Encolpio, Eumolpo e Gìtone fanno naufragio nei pressi di Crotone;
-
all’inizio
del frammento in nostro possesso Encolpio e Gìtone vengono
raggiunti, nel loro albergo, da una certa Quartilla, la quale, con
il pretesto di doversi procurare un rimedio per la febbre terzana
inflittale dal dio Priàpo adirato, adesca la coppia e la tiene
segregata per tre giorni in casa sua, sottoponendola ad ogni sorta
di fatiche amatorie;
-
nella
parte centrale del frammento in nostro possesso Ascilto, mentre
Encolpio dorme, "approfitta" di Gìtone; al suo risveglio
Encolpio vorrebbe ucciderlo, ma, con sua enorme sorpresa, è Gìtone
stesso ad abbandonarlo in favore di Ascilto;
-
all’inizio
del frammento in nostro possesso Encolpio visita una pinacoteca,
dove incontra il vecchio poeta Eumolpo, con cui imbastisce una dotta
conversazione sulla decadenza delle arti figurative. L'anziano poeta
gli racconta una storia licenziosa e gli illustra in versi uno dei
quadri, ma viene cacciato via a sassate dai presenti.
-
Nel
corso del Satyricon sono inseriti due lunghi brani poetici:
quali sono e chi li pronuncia?
-
il
"Bellum civile", probabile parodia di quello
lucaneo, e "La matrona di Efeso": entrambi sono posti in
bocca ad Eumolpo;
-
il
"Bellum civile", probabile rifacimento di quello
lucaneo, e "La caduta di Troia", probabile parodia
dell’omonima opera neroniana: entrambi sono posti in bocca ad
Encolpio;
-
"La
matrona di Efeso" e "Il fanciullo di Pergamo":
entrambi sono posti in bocca ad Eumolpo;
-
il
"Bellum civile", probabile rifacimento di quello
lucaneo, e "La caduta di Troia", probabile parodia
dell’omonima opera neroniana: entrambi sono posti in bocca ad
Eumolpo.
Risposte:
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8 |
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