L’invasione del paese dei Marsi I Germani vivevano allegramente non lontano (lett.: lieti e non lontano), mentre (noi) ci astenevamo dalle pubbliche attività (lett.: eravamo nell'astensione dalle pubbliche attività) per la perdita di Augusto, poi a causa delle discordie. Ma (ecco che) i Romani (lett.: il Romano) con rapida marcia taglia(no) la selva Cesia e la linea di difesa incominciata da Tiberio, colloca(no) l'accampamento sulla linea (stessa), protetti di fronte e alle spalle dal vallo, ai fianchi da cataste di tronchi abbattuti. Di là attraversa(no) boschi oscuri e tengo(no) consiglio se seguire delle due strade quella breve e abituale o quella difficoltosa e (mai) battuta e per questo lasciata incustodita dai nemici. Scelta la via più lunga, si accelera tutto il resto: infatti le spie avevano riferito che per i Germani quella (era) una notte di festa e allietata da solenni banchetti. Viene ordinato a Cecina di avanzare con coorti leggere e di sgombrare il passaggio nella foresta (lett.: eliminare gli ostacoli delle selve): le legioni seguono a breve distanza. (Li) aiutò la notte luminosa di stelle e si giunse ai villaggi dei Marsi e furono collocati intorno degli avamposti mentre (i barbari) erano ancora sdraiati sui letti e accanto alle mense, senza nessun timore e senza aver posto sentinelle: a tal punto tutto era disorganizzato per noncuranza e non (vi era) timore di guerra e neppure pace eccetto (una tranquillità) inerte e rilassata (come quella che regna) fra ubriachi. Cesare divide in quattro colonne le legioni avide, affinché il saccheggio sia più esteso; mette a ferro e a fuoco un territorio di cinquanta miglia. Non il sesso, non l'età trovarono (lett.: trovò) misericordia: vengono rasi al suolo nello stesso tempo edifici profani e sacri e il tempio, importantissimo per quelle genti, che chiamavano di Tanfana. Non erano stati feriti (lett.: senza ferita) i soldati che avevano ucciso (persone) assopite, inermi o dispersi.
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