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Chi è onesto non ha mai nulla da nascondere

 

Tutto ciò che emerge tra le cose vicine, è grande là dove emerge; infatti la grandezza non ha una misura ben definita: il confronto o l'innalza o l'abbassa. Una nave che è grande in un fiume, è piccolina nel mare: un timone che è grande per una nave, è piccolo per un'altra. Tu ora in provincia, sebbene tu da solo ti svaluti, (in realtà) sei grande. Ci si domanda e si viene a sapere che cosa fai, come ceni, come dormi: perciò devi vivere con maggiore attenzione. Pensa poi che tu sarai (lett.: sei) felice allora quando potrai vivere sotto gli occhi di tutti quando le pareti di casa tua (lett.: le tue pareti) che per lo più giudichiamo poste intorno a noi non per vivere in maggior sicurezza, ma per peccare in maggior segreto, ti proteggono, non ti nascondono. Ti dirò una cosa in base alla quale potrai giudicare (lett.: possa giudicare)  i nostri costumi: a fatica troverai qualcuno che possa vivere con la porta spalancata. Non la superbia (bensì) la consapevolezza della nostra vulnerabilità (lett.: la nostra consapevolezza) vi ha collocato davanti dei portinai: viviamo in modo che essere visti improvvisamente significa (lett.: è) essere sorpresi. Ma a che giova nascondersi ed evitare gli occhi e le orecchie degli uomini? Una buona coscienza chiama la folla, una cattiva (coscienza) anche nella solitudine è ansiosa ed agitata. Se sono oneste le cose che fai, tutti (le) conoscano; se (invece sono) vergognose, che importa che nessuno (le) conosca, dal momento che (le) conosci tu? O te infelice se disprezzi un testimonio come questo.

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