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Le benemerenze di Giuliano l’Apostata

 

Farò dunque, a vantaggio del mio discorso, ma a danno della (mia) volontà, quello che conviene di più (lett.: massimamente) a questa circostanza: tralascerò il resto (lett.: le altre cose) e passerò soprattutto a quell'argomento (lett.: afferrerò soprattutto quello) che  forse sembrerà strano a molti, e (che) tuttavia è di fatto (lett.: nel fatto stesso) verissimo: (cioè) che tu (= Giuliano), quando sei stato chiamato dal nume di Diocleziano, tuo parente, a rimettere a posto lo Stato, hai distribuito maggior bene di quanto (ne) abbia ricevuto. Infatti la fortuna di un impero non deve essere considerata solo in base all'apparenza e alla fama (lett.: limitatamente all'aspetto e al nome). I vostri abiti trionfali e i fasci consolari e le sedie curuli e questa folla di gente che vi ossequia (lett.: questa folla di ossequi) e il fulgore e quella luce che circonda con un'aureola (lett.: con un cerchio luminoso) il (vostro) capo divino, sono, è vero, ornamenti bellissimi e assai venerabili dei vostri meriti; ma sono di gran lunga superiori quei (beni) (lett.: quelli) che tu, fatto partecipe dell'impero, hai restituito come ringraziamento.

 

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