L'ACCENTO Nota Bene: per ascoltare il file audio e continuare a vedere il testo vai sul link col tasto destro del mouse e clicca su "Apri in un'altra finestra". Se questa finestra copre il file testo, spostala di lato trascinandola con il mouse Il file mp3 (v. file 04.accento.mp3) permette di sentire la lettura dell'accento. È questo un argomento molto importante che ti conviene capire bene, perché in greco ci sono parole che si distinguono solo in base all’accento, perciò fai molta attenzione! Le parole in greco sono tutte accentate (fatta eccezione per pochi casi che considereremo a parte); nella lettura, pertanto, dovrai rispettare la posizione dell’accento. Un esempio in italiano ti potrà essere di aiuto. Es.: La parola “ancora” può essere piana, con l’accento cioè sulla “o”, e indicare un avverbio di tempo: ancòra adesso; oppure può essere sdrucciola, con l’accento cioè sulla prima “a” e indicare un sostantivo: l’àncora di una nave. Ricorda ancora una cosa: ogni parola (sostantivo, aggettivo, pronome, verbo, avverbio e congiunzioni) ha un suo accento che il vocabolario riporta nel nominativo singolare per i sostantivi, gli aggettivi e i pronomi e nella prima persona dell’indicativo presente per i verbi. Sostantivi, aggettivi e pronomi, però, si declinano e nel corso della declinazione, le desinenze variano, provocando anche una variazione nell’accento. Stessa cosa vale per i verbi che si coniugano e che durante la coniugazione possono variare l’accento. Un esempio in italiano ti aiuterà di nuovo a capire. Prendiamo in considerazione il verbo “avere”: Es.: “Àbbi fiducia!” imperativo con l’accento ritirato sulla sillaba iniziale “Io avrò fiducia” futuro semplice con l’accento sull’ultima sillaba “Avére fiducia” infinito presente con l’accento sulla penultima sillaba
Avverbi e congiunzioni hanno un loro accento, sempre indicato dal vocabolario, che non cambia perché sono parti invariabili del discorso. Detto questo, esaminiamo ora le regole dell’accento greco. L’accento può essere acuto o circonflesso e non può mai andare oltre la terzultima sillaba. L’accento acuto può stare sia su una sillaba breve sia su una sillaba lunga e può stare sia sull’ultima, sia sulla penultima, sia sulla terzultima sillaba: Es.: ἄνθρωπος - ἀνθρώπου – δόξης - δόξαν – σκιά - λιπών 1. se si trova sulla terzultima sillaba, l’ultima sillaba o sillaba finale deve essere breve (ἄνθρωπος) 2. se si trova sulla penultima sillaba, ci sono due possibilità: a. se questa penultima è breve, l’ultima può essere sia breve sia lunga (δόξαν - δόξης) b. se questa penultima è lunga, l’ultima deve essere lunga (ἀνθρώπου) 3. se si trova sull’ultima sillaba, questa può essere sia breve sia lunga (σκιά - λιπών)
L’accento circonflesso invece può stare solo su una sillaba lunga e non può andare oltre la penultima sillaba, può stare cioè sull’ultima e sulla penultima, ma mai sulla terzultima sillaba: Es.: δοξῶν- γλῶσσα 1. se si trova sulla penultima sillaba, questa deve essere lunga e l’ultima deve essere breve (= legge del trocheo: il trocheo è un piede metrico formato da due sillabe di cui la prima lunga e la seconda breve) (γλῶσσα) 2. se si trova sull’ultima sillaba questa deve essere lunga (δοξῶν)
Nota bene: Sull’ultima sillaba lunga si può trovare sia l’accento acuto sia l’accento circonflesso, dipende dalle regole delle declinazioni e delle coniugazioni. (τοῦ = genitivo singolare – τούς = accusativo plurale) Di norma l’accento tende a rimanere, nel nome, dove si trova al nominativo, salvo mutamenti della quantità delle sillabe nelle desinenze dei vari casi; nel verbo, quanto più può sulla terzultima sillaba, salvo verbi contratti. Le parole, a seconda che abbiano l’accento acuto o circonflesso, si dicono: ossitone: se hanno l’accento acuto sull’ultima sillaba (λιπών) parossitone: se hanno l’accento acuto sulla penultima sillaba (ἀνθρώπου) proparossitone: se hanno l’accento acuto sulla terzultima sillaba (ἄνθρωπος)
perispomene: se hanno l’accento circonflesso sull’ultima sillaba (δοξῶν) properispomene: se hanno l’accento circonflesso sulla penultima sillaba (γλῶσσα)
Nota bene: le parole ossitone seguite da un’altra parola che ha un accento proprio, cioè non enclitica, mutano il loro accento da acuto in grave (τοὺς ἄνδρας).
L’accento rimane acuto
se la parola ossitona è seguita da una enclitica o da un segno di punteggiatura
(θεοί
τινες).
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